Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"
«Sì, certo, va bene, ne possiamo parlare... Prima però mi faccia capire: cosa ha detto, la ragazza, di preciso?».
Ha detto: «Se non fanno giustizia come si deve, io giustizia me la faccio da sola».
«Ha detto proprio così, eh?».
Esattamente così.
«La capisco. È un ragionamento
legittimo. Qualcuno dirà che si può anche perdonare, ma sono i santi
che perdonano. Io, per esempio, non...».
(La voce di Franca Rame si abbassa fino a rompersi, a sciogliersi nella commozione: attrice, ex senatrice dell'Italia dei Valori, moglie di Dario Fo e mamma di Jacopo, una donna forte e colta, coraggiosa, elegante e ironica, il 9 marzo del 1973 fu stuprata da un branco di estrema destra.
Aveva
trascorso tutto il giorno a occuparsi di «Soccorso rosso», a scrivere
lettere ai detenuti, a confezionare pacchi. L'aspettarono sotto casa, a
Milano; la costrinsero a salire su un furgoncino. Erano in cinque: uno
al volante, uno che la teneva, tre le stettero addosso, a turno, per
ore).
Signora, stava raccontando che lei non...
«Non
ho mai dimenticato. Mai. Ancora adesso, ha visto, no? non riesco a
parlarne. Subire violenza, per una donna, è tremendo. Il gesto che
subisci ti procura una ferita nell'animo che niente, e mai, riuscirà a
far rimarginare».
Riesce a ricordare il genere di sentimenti che provò, nelle settimane successive?
«Guardi,
le posso dire ciò che provai da subito: e non fu odio, né tantomeno
disprezzo, né fui colta da ira. Niente di tutto questo. Piuttosto il
mio pensiero fu: ma le madri di questi ragazzi... ma che genere di
mostri hanno messo al mondo?».
Poi?
«Poi un senso di solitudine. Resti sola,
con ciò che ti hanno fatto. È una umiliazione, è una sensazione che
solo una donna può comprendere... non avevo più la stessa faccia: è
come se il sangue, la vita se ne vadano via... Io, in più, mi tenni
tutto, non denunciai la cosa, non raccontai i particolari nemmeno a
Dario ».
Fino a una sera del 1978.
«Sì, decisi
all'improvviso, senza prove. Recitavo i monologhi di "Tutta casa, letto
e chiesa" e in scena c'era una sedia. Mi sedetti, chiesi di abbassare
le luci e cominciai a raccontare ciò che mi era capitato qualche anno
prima».
In sala alcune ragazze svennero.
«Lo stupro è
spesso taciuto. E non descritto. Molte donne lo subiscono per strada o
in casa, da padri, zii, fratelli... Ma spesso si resta con il proprio
segreto. Ora capisco questa ragazza di Guidonia: vorrebbe una punizione
esemplare per il suo aggressore. Ma quanto servirà?».
La punizione del carcere...
«Sì, certo, può
essere di un minimo conforto sapere che chi ti ha rovinato la vita è in
una cella... solo che, spesso, le celle non riabilitano. Voglio dire:
il rispetto per le donne andrebbe insegnato all'asilo, a scuola,
dovrebbero essere i genitori all'interno della famiglia a spiegarlo ai
propri figli. E invece i figli vengono lasciati spesso soli davanti
alla televisione, che è diventata la vera "bambinaia" d'Italia...».
Una «bambinaia» terribile.
«Invece delle favole
racconta storie di sangue e violenza. Così poi ci sono padri che si
ritrovano figli stupratori e altri che invece si vedono tornare una
figlia stuprata».
Il padre della ragazza di Guidonia ha usato toni minacciosi parlando del giovane che ha aggredito la figlia.
«È
un uomo distrutto dal dolore, e spero che faccia prevalere la ragione.
Certamente, però, va anche un poco compreso il suo stato d'animo: avere
una figlia violentata che ti cammina per casa, per un papà, non è
facile da accettare».
Silvio Berlusconi ha detto che gli stupri sono inevitabili:
poi ha chiarito meglio il suo pensiero, precisando però che in ogni
occasione servono sempre un po' di leggerezza e umorismo.
«Una vicenda così seria, così tragica... che spazio può esserci per l'umorismo?».
1 - LA "BATTUTA" DI BERLUSCONI
‘Non è che si può
pensare di mettere in campo una forza tale, dovremmo avere tanti
soldati quante sono le belle ragazze, credo che non ce la faremo
mai...'.
2 - IL COMMENTO DI VELTRONI
‘Il presidente del
Consiglio ignora il dramma della violenza sessuale, offende le donne
italiane e smentisce se stesso sull'utilità dell'impiego dei militari".
3 - LA REAZIONE DI BERLUSCONI
‘Il mio era un
complimento alle belle donne, perché le forze dell'ordine sono
centomila e le belle donne alcune milioni: nel mio spirito, credo che
non bisogna mai, in nessuna occasione, perdere il senso della
leggerezza e dell'umorismo'. ‘Lo stupro è un reato assolutamente
indegno, bisogna difendere le donne, è un trauma che rimane per la
vita. è Veltroni ad ‘aver detto una grande oscenità, come gli capita di sovente''.
4 - GASPARRI: "BERLUSCONI, BATTUTA INFELICE, MA NON VOLEVA OFFENDERE"
"Non l'ho trovata divertente, era una battuta infelice, ma non credo proprio che Berlusconi volesse
offendere le donne. Era una maniera, che si mostra infelice, per dire
che c'è preoccupazione da parte del premier e del governo".
Intervistato da Mario Adinolfi per la trasmissione quotidiana di Red Tv "Finimondo", Maurizio Gasparri minimizza la portata delle parole del presidente del Consiglio in merito al tema della violenza sessuale.
5 - LO SDEGNO DI STEFANO DISEGNI
"Un soldato per ogni bella donna". Tanto le brutte non le violenta nessuno, logico corollario del Berlusconi-pensiero. Ma cos'ha in testa quest'uomo, a parte il coppale sulla pelata? Come si fa a dire una cosa simile? Magari è Alzheimer e
vinciamo per abbandono. Magari. A questo punto questo disegnino fatto
tempo fa torna decisamente attuale. Ve lo invio 'per sdrammatizzare',
come dice lui. Che paese. Stefano