AGGIORNAMENTO 14.21 - LE DICHIARAZIONI DEGLI UOMINI DELLE ISTITUZIONI -
Questa mattina il palinsesto televisivo pullulava di fieri difensori a spada tratta del sottosegretario Guido Bertolaso e contestuali detrattori dei magistrati che hanno indagato una persona del fare, un eroe nazionale, un servitore dello Stato che il mondo ci invidia, e via di seguito.
Nulla da eccepire, siamo in democrazia e in uno stato di diritto. Si è innocenti fino all'ultimo grado di giudizio, anche i magistrati possono sbagliare, più o meno in buona fede e via di seguito.
Però, nella loro inchiesta emerge anche questa intercettazione telefonica. Datata 6 aprile 2009. A parlare sono due inquisiti, Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell'impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma, e tal cognato Gagliardi, molto vicini ad Angelo Balducci, l'ex-vice di Bertolaso nell'emergenza G8 della Maddalena, arrestato ieri con l'accusa di corruzione, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, nonchè pubblico ufficiale presso il Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri, con sede alla Ferratella.
I due, nella mattina del sei aprile, parlavano dell'Aquila, ma non come tutti gli italiani degni di questo nome, che sinceramente erano scossi e in apprensione per la tragedia del terremoto, davanti alle prime drammatiche immagini della devastazione e dei cadaveri che venivano estratti dalle macerie fumanti. No, loro sono uomini del fare, imprenditori d'assalto. Loro pregustavano appalti, da comprare a suon di mazzette secondo gli inquirenti, e ridevano:
"Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c'è un terremoto al giorno".
"Lo so"(ride)
"Per carità, poveracci".
"Va buò".
"Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto".
Allora a questo punto un aquilano, vittima del terremoto, è autorizzato a chiedersi: quanti personaggi come quelli di cui sopra, hanno messo le mani sugli appalti della ricostruzione e dell'emegenza abruzzese? Quanti hanno riso e hanno brindato in quell'alba tragica, mentre noi scavavamo a mani nude e piangevamo, e urlavamo il nome di chi era rimasto sotto le macerie, per capire se era vivo o era morto, cercavamo i parenti e amici che non rispondevano a telefono, potevamo avere come unico motivo di conforto quello di aver avuta salva almeno la vita?
Post scriptum
Il Procuratore capo della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini afferma comunque questa mattina a proposito dell'inchiesta:
''Quanto accaduto a Firenze non ci riguarda, si parla di reati presunti, siamo cittadini che insieme commentano, finora. La risonanza nel territorio aquilano e' naturale perche' in questi posti i cittadini vogliono molto bene a Bertolaso".
Filippo Tronca
PEZZOPANE: "Trattengo voglia di gridare"
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CIALENTE: "Sciacalli, fanno schifo"
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