LA CRONACA MINUTO PER MINUTO
- LA NOTIZIA - Clamoroso blitz della Squadra Mobile di Pescara. Con l'accusa di corruzione è finito agli arresti domiciliari Lanfranco Venturoni, assessore regionale alla Sanità, esponente del PdL. La stessa misura cautelare è stata adottata nei confronti dell'imprenditore Rodolfo Di Zio, proprietario della DECO, gruppo industriale che ha sede a Santa Teresa di Spoltore.
Gli indagati sono in tutto 12. Tra i destinatari di avviso di garanzia ci sono i senatori del Pdl Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi (ai tre viene contesta la corruzione) e l'ex assessore Daniela Stati che deve rispondere di favoreggiamento. Tra le accuse ipotizzate a vario titolo dalla Procura c'e' anche l'istigazione alla corruzione. Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi non e' indagato.
Gli altri indagati sono Ettore Ferdinando Di Zio, nato a Civitella Casanova, residente a Spoltore; Vittorio Cardarella, nato a Vasto, residente a Roma; Giovani Faggiano, nato e residente Brindisi; Sergio Saccomandi, nato e residente a Teramo; Ottavio Panzone, nato a Pescara e residente a Pianella e Paolo Bellamio, nato a Padova e residente a Venezia.
La DECO si occupa di rifiuti e, proprio sui rifiuti, è stata aperta l'inchiesta della Procura di Pescara che ha emesso i provvedimenti restrittivi. Venturoni è stato arrestato dalla Squadra Mobile pescarese a Teramo, dove risiede. Nell'ambito dell'inchiesta sono indagate complessivamente una quindicina di persone con l'accusa di corruzione e associazione a delinquere.Le indagini, che hanno portato agli arresti domiciliari per corruzione, peculato ed abuso d'ufficio l'assessore Venturoni, sono durate circa due anni. Con lui è finito ai domiciliari anche l'imprenditore leader del settore rifiuti, Rodolfo Valentini Di Zio. La difficile attività investigativa è stata portata avanti da un pool di tre magistrati di Pescara guidati dal Procuratore Capo, Nicola Trifuoggi, affiancato dai PM Gennaro Varone e Anna Rita Mantini. Il GIP che ha concesso le misure cautelari è Guido Campli. Secondo gli inquirenti si tratta di una delle più grosse indagini mai fatte in materia sul territorio nazionale e certamente la più importante condotta dalla Procura di Pescara in merito ai rifiuti. Gli indagati stavano cercando di realizzare un inceneritore in Abruzzo. Gli arresti di oggi sono parte dell'inchiesta madre dalla qualle è stato stralciato il provvedimento che nello scorso agosto coinvolse l'ex assessore regionale all'Ambiente, Daniela Stati, suo padre Ezio, ed altre due persone.
- GLI AGGIORNAMENTI -
Ore 19.00 - Rivellini: ''Non sono indagato''
"In relazione alle notizie relativa alla vicenda rifiuti in Abruzzo, a me completamente estranea e sconosciuta tanto e' vero che non sono indagato e non sono stato neanche mai sentito o informato dagli organi giudiziari, tengo a precisare che tra tutti coloro oggi al centro delle notizie di stampa conosco il solo senatore Di Stefano, che all'epoca delle elezioni europee militava nella mia stessa componente politica". Lo precisa in una nota l'europarlamentare del Pdl-Ppe Enzo Rivellini. "Tutte le operazioni economiche relative ai finanziamenti elettorali - conclude - sono state, come e' facile desumere, regolarmente dichiarate ai sensi della normativa vigente".
Ore 18.55 - Pastore, senatore Pdl: '' Sostituiti i fatti con le fantasie''
"Esprimo vicinanza e solidarieta' a Venturoni, ai colleghi senatori Di Stefano e Tancredi ed al sindaco Brucchi. Le procure abruzzesi di L'Aquila e di Pescara hanno intrapreso tra loro una vera e propria gara a caccia degli uomini del PDL, sostituendo i fatti con delle fantasie". Ad affermarlo e' il senatore abruzzese Andrea Pastore (Pdl), componente della commissione bicamerale Antimafia che aggiunge: "Si sono alzati in volo gli avvoltoi del centro sinistra sperando di sentire odore di cadaveri eccellenti. Dopo il flop dell'inchiesta aquilana sull'assessore Stati (comunque dimessa dalla sua carica 'manu militari') e di quello su Abruzzo Engineering, tocca ad un galantuomo qual e' l'assessore Venturoni, provare l'umiliazione di una pena restrittiva, proprio lui impegnato a rivoluzionare con il presidente Chiodi, e con l'intero centro-destra, la Sanita' abruzzese vero cancro del sistema Abruzzo. Si vuole forse che anche Venturoni tolga il disturbo? Mi auguro - aggiunge Pastore - che quella parte della magistratura abruzzese piu' responsabile consideri che cosi' operando si rischia di disonorare chi senza colpe esercita il mandato politico ma anche di rinviare 'sine die' il momento in cui l'Abruzzo potra' riprendere il cammino dello sviluppo. Si faccia presto a chiarire i fatti contestati agli inquisiti, ma sin da ora posso testimoniare che il presunto favore ricevuto da Forza Italia per la locazione della sua vecchia sede di Pescara e' assolutamente inesistente e sarebbe stato facilissimo verificarne l'infondatezza con un semplice accesso di polizia giudiziaria. Se di questo livello sono anche gli altri fatti contestati credo che l'inchiesta non abbia le gambe per camminare e che il centro-destra, ed in primis il presidente Chiodi dovranno continuare, senza tentennamenti o esitazioni nel percorso intrapreso".
Ore 18.20 - Legambiente: ''Sventato un sistema criminoso''
Per Legambiente l'inchiesta sui rifiuti in Abruzzo ha "sventato un sistema criminoso a danno dei cittadini e dell'ambiente". Legambiente commenta cosi' l'inchiesta rifiuti, portata avanti dalla Procura di Pescara che ha condotto agli arresti domiciliari l'assessore regionale alla Sanita' Lanfranco Venturoni e l'imprenditore Rodolfo Di Zio. "Il sistema criminoso messo in piedi in Abruzzo - spiega l'associazione - poteva essere una vera scure sulle buone pratiche di gestione dei rifiuti nella regione e l'affossamento di una delle migliori normative regionali in tema di rifiuti". "Da quello che sembra emergere dall'inchiesta - ha commentato il presidente di Legambiente Abruzzo Angelo Di Matteo - questi amministratori e imprenditori avrebbero intrapreso un percorso teso a smontare la legge regionale in vigore, che consente l'incenerimento solo a fronte di una raccolta differenziata di almeno il 40% del totale, per perseguire i loro interessi e tra questi la realizzazione dell'inceneritore. Se fosse stato completato, questo progetto criminoso avrebbe rappresentato un grave danno anche per l'economia della regione che deve invece puntare su una gestione sostenibile dei rifiuti e quindi una maggiore raccolta differenziata".
Ore 17:57 - Piccone, Pdl: "Non consentiremo un'altra volta la caduta di una Giunta per mano dell'autorità giudiziaria"
"Nell'esprimere convinta solidarieta' all'assessore Venturoni e ai colleghi senatori Di Stefano e Tancredi, la cui onesta' e correttezza non sono in discussione, assicuro fin d'ora che non consentiremo che in Abruzzo si ripeta la stessa situazione della quale il centrodestra ha indirettamente beneficiato: una Giunta regionale che cade per iniziativa dell'autorita' giudiziaria, e dopo oltre due anni nessun colpevole". Lo dichiara il senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale del PdL in Abruzzo.
Ore 17.39 - Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello: "Le cronache giudiziarie solo avvisaglie di spettacolo pirotecnico".
"Parliamo dopo aver visto i primi atti che appaiono risibili rispetto al polverone mediatico che stanno sollevando". Lo dichiarano in una nota congiunta Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo vicario del PdL al Senato. "Nell'esprimere convinta solidarieta' ai senatori del PdL Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi - proseguono - non possiamo non notare che oggi accanto alla notizia di nuovi politici abruzzesi indagati, nello stesso territorio abruzzese si sono registrate delle dimissioni. Non vorremmo che si trattasse di dimissioni 'preventive', e che le cronache giudiziarie delle ultime ore, che ci vedono assolutamente sereni rispetto agli esponenti del nostro partito e del nostro gruppo e certi della loro correttezza, non fossero altro che avvisaglie preventive dell'ennesimo spettacolo pirotecnico in preparazione. Nessuno nega all'autorita' giudiziaria di svolgere indagini, ma di fronte a tutto cio' che e' accaduto - concludono - non si dovrebbe smarrire il senso di responsabilita', perche' l'Abruzzo non ha piu' bisogno di questi spettacoli"
Ore 17:25 - Gianni Chiodi: ''Fiducia nella magistratura''
Solidarietà e fiducia nella Magistratura sono i sentimenti che il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, ha affidato ad una nota, dopo aver appreso che "anche i senatori Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi, nonché il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi risulterebbero indagati".
"Esprimo la mia solidarietà - ha dichiarato il Presidente - nella convinzione che sarà dimostrata la loro estraneità ai fatti. Una convinzione che mi deriva proprio dalla profonda fiducia nell'azione della Magistratura".
Ore 16:17 - Umberto Di Primio, sindaco di Chieti:''Usciranno a testa alta''
"Non sono informato sui fatti se non per quello che viene riportato dai dispacci delle agenzie stampa di queste ore. Conosco bene Tancredi e Venturoni, ma ancor di più Fabrizio Di Stefano e per questo sono certo che sapranno uscire a testa alta da questa vicenda chiarendo, se necessario, la loro posizione."
Ore 16:13 - Alfonso Mascitelli, Idv: "Berlusconi revochi incarichi commissariali a Chiodi"
"Nonostante la richiesta di dimissioni avanzata dall'Italia dei Valori, non credo che Chiodi, che si e' fatto eleggere dagli abruzzesi come cavaliere senza macchia, abbia la giusta sensibilita' di dimettersi da Presidente della Giunta, vista la scandalosa emergenza morale in cui i suoi piu' stretti collaboratori stanno trascinando l'Abruzzo, ma almeno spero in un ravvedimento operoso del governo nazionale nel revocargli i due incarichi commissariali". Lo ha dichiarato il senatore Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale dell'Idv Abruzzo, nel presentare una urgente interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio, in cui sulla base delle vicende giudiziarie che si stanno verificando in Abruzzo, chiede la revoca degli incarichi commissariali a Chiodi e l'affidamento a una figura terza di garanzia. "Nella nostra regione - ha continuato il senatore - abbiamo tre emergenze: quella morale, quella del terremoto e quella della sanita'. I fatti purtroppo ci dicono che Chiodi ha gia' fallito sulla prima, non vogliamo che ora ci porti al fallimento sulla seconda e sulla terza. Per l'entita' delle risorse e l'estrema delicatezza e urgenza dei problemi che dovranno essere affrontati, e' necessario che il governo nazionale si renda conto che per uscire da questa palude occorre una figura terza, per garantire imparzialita' e autorevolezza per fare e portare avanti scelte di responsabilita'". "Chiodi - conclude Mascitelli - non e' nelle condizioni oggettive, personali e ambientali per poterlo fare. E di questo chiederemo conto a Berlusconi e al suo governo, cosi' sara' chiaro ai cittadini di chi sono le responsabilita'".
Ore 15.20 - Il Sindaco Maurizio Brucchi: ''Sono tranquillo e fiducioso''
'Sono assolutamente tranquillo e fiducioso. Tranquillo perché, pur non avendo ancora ricevuto l’avviso di garanzia, so di aver avuto, nei confronti della Team Tecnology un atteggiamento di assoluta trasparenza, avendo deciso, fin dal mio insediamento quale Sindaco di Teramo, di congelare le attività della stessa Team Tecnology, che di fatto non aveva mai operato, per delinearne le strategie successive.
Fiducioso perché, nel mettermi a completa disposizione dei magistrati, per quanto potrà essere di mia competenza o a mia conoscenza, sono convinto che l’inchiesta accerterà l’assoluta normalità della nostra azione politica e la legittimità della stessa.
Voglio anche, in questa fase, esprimere la mia personale solidarietà all’assessore regionale Lanfranco Venturoni, nella certezza che potrà dimostrare coi fatti la sua assoluta correttezza di comportamento''.
Ore 14.00 Fabrizio di Stefano:''Vado avanti fiero e a testa alta''
''Sono stato raggiunto da un avviso di garanzia le cui motivazioni vengo a conoscere dagli organi di stampa. Se siano queste o altre poco mi importa, perché in questa e in qualunque altra vicenda sono assolutamente tranquillo e sereno, non avendo mai in alcun modo compiuto atti che violino le leggi". Lo ha detto il senatore Fabrizio Di Stefano, vice coordinatore del Pdl in Abruzzo, parlando del suo coinvolgimento nell'inchiesta sui rifiuti della Procura di Pescara che ha condotto all'arresto dell'assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni. "Chi mi conosce sa della mia dignità e moralità, continuerò pertanto ad andare avanti fiero e a testa alta - ha proseguito Di Stefano -. Chiederò di vedere le carte nei tempi più stretti possibili e risponderò punto per punto a ogni eventuale addebito per chiarire l'intera vicenda".
Ore 13.40 - Paolo Tancredi: ''Metto tutte due le mani sul fuoco''
Il senatore Paolo Tancredi parla al telefono da Roma, dove è stato avvisato che nelle prossime ore riceverà l'avviso di garanzia: "Metto tutte e due le mie mani sul fuoco sull'integrità morale dell'assessore Venturoni; entrambi abbiamo sempre fatto le cose in completa trasparenza, mi sento di poter dire che, a parte perché lo conosco e perché conosco le vicende, non c'é niente che non possa essere tranquillamente spiegato". "Sulla mia posizione - ha proseguito il senatore del Pdl - non posso parlare perché non conosco nulla, aspetto le carte. Sono tranquillo e sereno, ovvio sto ricevendo un avviso di garanzia e credo che avrò modo di chiarire. Non ho mai avuto responsabilità amministrative, mi sono sempre occupato di rifiuti, ho una mia posizione ed è quella che, se non mettiamo mano alla questione rifiuti, in questa regione faremo la fine di Napoli e queste indagini non aiutano la soluzione, ma questo non vuol dire che le inchieste non sia giusto farle...".
Ore 13.55 - Seduta consiglio sciolta per numenro legale
La seduta ordinaria del Consiglio regionale e' stata rinviata dopo la bufera giudiziaria che ha portato all'arresto dell'assessore alla Sanita' Lanfranco Venturoni. La Conferenza dei capigruppo sta ora decidendo se svolgere la seduta straordinaria prevista per le 15 sul post terremoto e ricostruzione. Il Consiglio era gia' stato rinviato ieri per la forte protesta dei comitati cittadini che avevano occupato l'aula consiliare.
Ore 13.37 - Silvio Paolucci, Pd ''Chiodi non puo' far finta di nulla''
"Restiamo convinti che le uniche verita' sono quelle che si accertano nelle aule di un tribunale durante i processi che, tuttavia, vanno celebrati in tempi rapidi. Vorremmo invece sapere cosa dicono oggi quegli uomini senza memoria del Pdl abruzzese, che hanno alternato garantismo e violento giustizialismo a seconda delle loro convenienze personali. Questi uomini dovrebbero ora censurare il Presidente della Regione, che ha annunciato di voler disertare il Consiglio regionale fino a quando la magistratura non avesse risposto ai suoi desideri". Lo afferma Silvio Paolucci, segretario regionale del Partito democratico abruzzese. "Stando alle notizie finora disponibili" dice Paolucci "il centrodestra e' politicamente travolto da inchieste che coinvolgono i suoi esponenti ad ogni livello e che minano la fiducia degli abruzzesi nelle istituzioni. Chiodi ha il dovere di spiegarci perche' non dovremmo chiedere la fine della legislatura e di riferirlo in Consiglio regionale. Con due assessori colpiti nel giro di un'estate, un'inchiesta che coinvolge il vicecoordinatore regionale del Pdl, un parlamentare molto vicino al presidente, il suo successore al Comune di Teramo, e le inchieste dell'Antimafia sulla ricostruzione, Chiodi non puo' far finta di nulla. E' chiaro ormai" dice Paolucci "che il Pdl non e' l'altare della legalita' dietro la cui bandiera ha vinto le elezioni. Va lanciata la sfida di riavvicinare il cittadino alle istituzioni con partiti e classi dirigenti dalla forte dirittura morale e dalla capacita' di dare risposte. Il timore da oggi e' che gli abruzzesi si ritrovino un Governo regionale, con in testa il suo Governatore, paralizzato. Per questo servono istituzioni pienamente legittimate. Il Pd abruzzese e' mobilitato ad ogni livello perche' i cittadini della nostra regione possano rialzare la testa".
Ore 13.24 Costantini "Chiodi deve dimettersi immediatamente"
"L'inchiesta che ha portato questa mattina agli arresti di un esponente di primissimo piano del P.d.L., unanimemente considerato il braccio destro di Chiodi, rivela ormai l'esistenza in Abruzzo di una vera e propria cricca." Questo il commento del Capogruppo dell'Italia dei Valori in Regione, Calro Costantini.
"Da questo momento in poi, - ha dichiarato Costantini - se si considerano anche tutte le altre vicissitudini giudiziarie che hanno colpito direttamente o comunque interessato il Presidente Chiodi ed esponenti della sua Giunta, diventa fondata, prima ancora che legittima, la preoccupazione che molte scelte di ieri e di oggi di Chiodi e della sua Giunta non siano finalizzate all'esclusivo interesse degli abruzzesi, ma all'interesse di cricche."
"Chiodi ha vinto le elezioni, e le ha vinte per il rotto della cuffia", conitnua il capogruppo IDV, "perché si era posto agli elettori come l'alternativa immacolata al sistema di potere che aveva governato la Regione negli anni precedenti.
Questo rapporto si è rotto, è stato letteralmente demolito dagli scandali che ormai periodicamente investono le sue attività.
Chiodi deve quindi assumere l'unica decisione conseguente possibile.
Deve dimettersi immediatamente e deve restituire agli abruzzesi il diritto di scegliersi un nuovo Presidente ed una nuova classe dirigente.
A questo aggiungo che, vista l'altissima pericolosità del sistema di potere che gli ruota attorno ed i poteri assoluti che esercita in settori delicatissimi come quelli della sanità e della ricostruzione, Chiodi non può ritardare neppure di un momento le sue dimissioni da Commissario alla ricostruzione e da Commissario alla Sanità."
Ore 13.03 - Le carte e l'inchiesta: Tancredi era il garante.
L'assessore regionale alla Sanita', Lanfranco Venturoni, oltre ad impegnarsi personalmente per pilotare l'aggiudicazione dell'appalto di realizzazione dell'impianto di bioessiccazione dei rifiuti e a favorire la societa' dei fratelli Di Zio, avrebbe poromosso degli incontri tra Rodolfo Di Zio e il senatore Paolo Tancredi in almeno due occasioni affinche' il parlamentare assumesse degli impegni in questo affare. Tancredi avrebbe accettato di farsi garante verso la Ecodeco srl di Milano dell'aggiudicazione dell'appalto ai fratelli Di Zio, per promuovere un partenariato tra la Ecodeco e i Di Zio, e avrebbe esercitato delle pressioni per consentire la costruzione dell'inceneritore attraverso la modifica della legge regionale 45/2007. Venturoni, poi, avrebbe intrattenuto relazioni con il senatore Filippo Piccone affinche' non intralciasse il progetto che riguardava i fratelli Di Zio.
Ore 12.57 - Fars, Prc: ''E' una metastasi di un cancro dela gestione dei rifiuti''
"L'inchiesta giudiziaria, che ha portato all'arresto, a quanto si apprende dalla stampa, dell'imprenditore Di Zio e dell'Assessore Venturoni, intorno al caso della gestione dell'azienda TEAM SpA., e' probabilmente solo una delle metastasi di un cancro ben piu' complesso ed articolato che affligge l'Abruzzo nel settore della gestione dei rifiuti". Lo sostiene Marco Fars, segretario regionale del Prc-Se. "Il tentativo di abbassare la soglia del 40% di raccolta differenziata, quale condizione per il via libera agli inceneritori, piu' volte annunciato dal Presidente Chiodi e da Rifondazione Comunista fortemente contestato - ricorda Fars - chiama in causa una responsabilita' politica, prima ancora che giudiziaria, volta evidentemente a privilegiare gruppi di potere e non l'interesse dei cittadini. Ci auguriamo che l'inchiesta possa disvelare i perversi intrecci che hanno reso di fatto l'impresa De.Co quasi monopolista del settore rifiuti della nostra Regione. Chiodi e' stato eletto da una minoranza di cittadini abruzzesi sull'onda dello scandalo sanita'. Considerata la Caporetto morale del suo centrodestra, farebbe bene a dimettersi immediatamente, non prima pero' di aver scritto una lettera a Berlusconi per chiedere la revoca della nomina di Cicchetti" a vice commissario per la ricostruzione "e una lettera agli abruzzesi con tante scuse".
Ore 12.50 - Giuliante, Pdl: ''Stiamo valutando lo scenario''
"Stiamo valutando gli scenari alla luce di quanto è successo, vogliamo capire bene cosa accade prima di sottoporci ad un clima di confronto dal quale comunque non ci sottrarremo". Lo ha detto il capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Gianfranco Giuliante, nel commentare la bufera giudiziaria che ha colpito la Regione con l'inchiesta sui rifiuti della procura di Pescara, che ha portato tra gli altri all'arresto dell'assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni e all'iscrizione sul registro degli indagati dei senatori Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano. Il riferimento di Giuliante è alla seduta straordinaria del pomeriggio che si annuncia difficile da gestire alla luce della protesta in atto da parte dei comitati cittadini che chiedono la revoca del nuovo vice commissario Antonio Cicchetti e la fine dei commissariamenti e alla luce del terremoto giudiziario in atto che non farà certo essere lucidi e con i nervi saldi la maggioranza di centrodestra.
Ore 12.49 -Quota dei profitti dell'imprenditore Di Zio all'assessore Venturoni.
Per ottenere il via libera alla realizzazione e gestione dell'impianto di bioessiccazione dei rifiuti nel territorio di Teramo senza procedere a gara di appalto, i fratelli Di Zio avrebbero promesso all'assessore regionale alla Sanita', Lanfranco Venturoni, una quota dei profitti di questo affare. In piu' occasioni, sostiene l'accusa, gli avrebbero versato denaro contante (ma gli importi non sono stati accertati) e gli avrebbero promesso posti di lavoro per se' o per esponenti del Pdl. In un caso una persona avrebbe trovato lavoro. A Venturoni e al senatore Paolo Tancredi, i fratelli Di Zio avrebbero promesso dei finanziamenti da destinare al Pdl, consentendo loro di consolidare la propria posizione di potere e prestigio personale all'interno del partito.
Ore 12.45 - I Di Zio e gli aiuti sospetti al senatore Di Stefano
I Di Zio, secondo la Procura, avrebbero anche promesso al senatore Di Stefano "che in tal modo consolidava la propria posizione di potere e prestigio personale nell'ambito del partito, futuro aiuto economico ed elettorale, da specificarsi volta per volta (come è accaduto per i candidati Albore Mascia e Rivellini), per se e per i candidati a lui legati". Stessa cosa i Di Zio hanno promesso all'assessore alla sanità Lanfranco Venturoni e al senatore Paolo Tancredi, il tutto in un periodo che va dal novembre 2008 al maggio 2009. Secondo l'accusa il senatore Di Stefano avrebbe anche esercitato "opportune pressioni sull'assessore all'ambiente Daniela Stati, ponendo Rodolfo Di Zio in rapporto privilegiato con la Stati, affinché si dessero le condizioni normative che il senatore Di Stefano sapeva essere attese dai Di Zio, poiché era stato loro promesso l'affidamento senza gara pubblica dell'appalto per la costruzione e gestione dell'inceneritore".
Ma Di Stefano è finito nel mirino degli investigatori anche per la vicenda dei rifiuti nel Chietino in merito alla discarica di Lanciano. Per i Pm sarebbe responsabile dell'allontanamento dai vertici del Consorzio Comprensoriale di Lanciano di Riccardo La Morgia, peraltro uomo di area di centrodestra. La Morgia aveva avviato nel 2009 una azione per ridurre le tariffe ai comuni e di conseguenza alla popolazione e per realizzare un impianto di biocompostaggio "che avrebbe reso antieconomico" quello dei Di Zio a Casoni (Chieti). Pertanto - sostengono i Pm - "i Di Zio avevano interesse a sostituire La Morgia con persona disposta a fare i loro interessi anziché quelli della collettività", e inoltre a modificare una legge regionale che imponeva il 40% di raccolta differenziata che avrebbe reso "impossibile la realizzazione del piano delittuoso". In questo caso è coinvolto anche l'assessore Venturoni che avrebbe esercitato sulla Stati "indebite pressioni". Sia Venturoni che Di Stefano e Tancredi avrebbero poi chiesto al senatore marsicano e coordinatore abruzzese del Pdl, Filippo Piccone (non indagato), a sua volta interessato alla costruzione di un inceneritore, di "non intralciare il progetto delittuoso".
Ore 12.20 - Seduta del consiglio sospesa
La seduta del consiglio si è appena aperta ma è stata sospesa per 15 minuti su richiesta del gruppo del Pd. La riunione ordinaria è stata aperta dal vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis (Mpa). In questo momento sono riuniti sia il gruppo del Pdl, chiamato a decidere se fare o meno la seduta ordinaria, sia quella del Pd. Intanto, palazzo dell'emiciclo è blindato dalla forze dell'ordine per l'arrivo dei comitati cittadini sorti dopo il terremoto che parteciperanno alla seduta straordinaria sulle problematiche della ricostruzione fissata alle 15. Ieri le sedute sono state rinviate perché i comitati hanno occupato l'aula consiliare.
La riunione del gruppo regionale del Pdl ha deciso di rinviare la seduta ordinaria del consiglio regionale. I consiglieri, disorientati dalla bufera giudiziaria che ha portato all'arresto dell'assessore regionale alla Sanità Lanfranco Verturoni nell'ambito dell'inchiesta sui rifiuti della procura di Pescara, stanno decidendo il dà farsi rispetto alla seduta straordinaria del pomeriggio sul terremoto e la ricostruzione, rinviata ieri per la protesta dei comitati cittadini che hanno occupato l'aula consiliare.
"Aspettiamo di vedere le carte dell'inchiesta ma non è escluso che chiederemo le dimissioni del presidente della Regione e commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi". Lo ha detto stamani all'Aquila il consigliere regionale dell'Idv Cesare D'Alessandro intervenendo subito dopo la sospensione della sedita del consiglio regionale sulla bufera giuduìiziaria che ha colpito la maggioranza di centrodestra con l'arresto dell'assessore alla sanità coinvolto nell'inchiesta sui rifiuti della procura di Pescara.
Ore 12.00 - Nelle richieste dei Pm di Pescara nell'inchiesta sui rifiuti, spuntano anche soldi ai politici.
I senatori Pdl Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano (vice coordinatore abruzzese) - secondo i Pm - avrebbero chiesto e ottenuto dagli imprenditori Di Zio il versamento di alcune decine di migliaia di euro a favore dei candidati a sindaco, poi eletti il 6 giugno 2009, di Teramo, Maurizio Brucchi, e Pescara, Luigi Albore Mascia, contributi elettorali versati una decina di giorni prima delle elezioni.
Inoltre la Deco, proprietaria dei locali della sede regionale del Pdl a Pescara non avrebbe fatto pagare per un certo periodo l'affitto. A ciò si aggiunge che Fabrizio Di Stefano avrebbe chiesto e ricevuto da Rodolfo Di Zio "20 mila euro", con due bonifici distinti "accreditati in Napoli il 29 maggio e il 3 giugno 2009, al candidato al parlamento Europeo Crescenzio Rivellini, che ne girava 5 mila con proprio assegno a Di Stefano". Questo assegno risulta incassato da Di Stefano "in Chieti il 4 giugno 2009, su proprio conto corrente".
Ore 11.54 - I ventimila euro al sindaco Brucchi.
Il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, e' indagato nell'inchiesta che stamani ha portato all'arresto dell'assessore regionale alla Sanita', Lanfranco Venturoni, perche' avrebbe ricevuto ventimila euro dai fratelli Di Zio, imprenditori nel campo dei rifiuti. La somma sarebbe stata versata quale contributo elettorale tramite due societa' facenti capo proprio ai Di Zio, e cioe' la Deco spa e la Ecologica Sangro, che avrebbero pagato 10mila euro ciascuna. A chiedere il versamento di questa somma sarebbero stati, per l'accusa, l'assessore regionale Lanfranco Venturoni e il senatore Paolo Tancredi. Attraverso il finanziamento si puntava a garantire ai Di Zio l'affidamento dell'appalto per la realizzazione dell'inceneritore a Teramo senza procedere a regolare gara.
Ore 11.45 - Il coinvolgimento della Stati.
Daniela Stati, ex assessore regionale all'Ambiente e Protezione civile, e' indagata nell'inchiesta sulla realizzazione dell'inceneritore a Teramo per favoreggiamento. Stati sarebbe stata sentita come persona informata sui fatti in relazione alle pressioni subite dagli imprenditori per orientare l'attribuzione dell'appalto per l'impianto. In quella occasione avrebbe omesso di riferire del concreto interessamento del gruppo di proprieta' dei Di Zio, sia attraverso le richieste personali di questi imprenditori sia attraverso l'assessore alla Sanita' Lanfranco Venturoni, arrestato oggi, e di alcuni parlamentari del Pdl e cioe' Fabrizio Di Stefano, Paolo Tancredi (entrambi indagati) e Filippo Piccone (che non e' indagato). In questo modo avrebbe aiutato i Di Zio e Venturoni ad eludere le indagini.
Ore 11.44 - Caporale:, Verdi: '' La politica onesta deve rialzare la testa''
"Oggi in Italia politici corrotti e malavita si arricchiscono su Sanita' e Rifiuti. Purtroppo l'Abruzzo, se le indagini e gli abusi saranno provati, conferma di essere diventata una Regione ad alta infiltrazione malavitosa". Lo afferma Walter Caporale, Capogruppo regionale dei verdi. "Oggi - aggiunge - l'Abruzzo della Societa' Civile della politica onesta deve avere il coraggio e la forza di rialzare subito la testa e di dire no ora e per sempre agli inceneritori e alla malavita che vi si lega indissolubilmente. Che Chiodi lo sappia: noi Verdi non permetteremo la trasformazione dell'Abruzzo in una pattumiera".
Ore 11.33 - Pdci: ''La Giunta Regionale falcidiata da vicende giudiziarie''
"La Giunta Regionale falcidiata da vicende giudiziarie. Prima Daniela Stati, oggi Lanfranco Venturoni, arrestato a seguito di un'inchiesta sui rifiuti. Coinvolti, fra gli altri anche i senatori del PDL Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, ed il sindaco Di Teramo Brucchi. Insomma l'intera classe dirigente di centro destra che ruota attorno al Presidente della Giunta Regionale Gianni Chiodi. L'aurea di legalità e di tensione alla trasparenza e alla limpidezza morale che accompagnò il centro destra dopo la drammatica vicenda di sanitopoli si è miseramente infranta" è quanto affermano Antonio Saia e Antonio Macera dei Comunisti Italiani. "Chiodi - proseguono - ha fallito non solo sul piano del governo della regione, non solo nella oscura gestione della ricostruzione del dopo terremoto, non solo nelle vergognose scelte sulla sanità, con la chiusura di ospedali pubblici, ma anche e soprattutto sul piano della tenuta etica e legale. Al di là delle responsabilità personali di chi è coinvolto nelle inchieste giudiziarie, queste vicende inchiodano Chiodi a pesanti ed inevitabili responsabilità politiche. Questa Giunta Regionale, questa maggioranza non hanno più alcuna credibilità politica ed istituzionale. Ogni giorno che passa costituisce un insopportabile schiaffo agli abruzzesi. Chiodi deve prendere atto del suo fallimento e rassegnare immediatamente le dimissioni e consentire ai cittadini di questa Regione di tornare al voto e ricostruire un livello istituzionale regionale pulito e degno della storia dell'Abruzzo".
Ore 11.30 - Il bioessiccatore dei veleni
Ruoterebbe tutto intorno al progetto di un impianto di bioessiccazione di rifiuti Tmb in località Carapollo da realizzare sui terreni della società pubblica di gestione dei rifiuti a Teramo, la Team, l'inchiesta che questa mattina all'alba ha consegnato agli arresti domiciliari l'assessore alla sanità della Regione Abruzzo Lanfranco Venturoni (Pdl). Con lui ai domiciliari è finito il proprietario della De.Co., Rodolfo Di Zio, di fatto il monopolista dei rifiuti in Abruzzo.
Secondo l'accusa Di Zio - in un periodo che va dal 2006 al 2009 - per realizzare senza gara di appalto il termovalorizzatore, avrebbe elargito denaro, e l'assessore Venturoni avrebbe messo a disposizione la Team per riuscire nel progetto. L'inchiesta, si apprende a palazzo di giustizia è basata su intercettazioni dalle quali con acquisizioni mirate si é arrivati al sequestro di documenti e prove documentali. Venturoni, all'epoca dei fatti presidente della Team, dalla quale si è dimesso nel novembre 2009 - 11 mesi dopo essere stato nominato assessore alla sanità della neo Giunta Chiodi - é accusato di "appropriazione di risorse pubbliche, concretanti peculato, tutte funzionali al congegnato e sistematico piano di svuotamento per successiva acquisizione della Deco, delle utilità patrimoniali appartenenti alla Team, con lo scopo ultimo di far ottenere alla predetta azienda privata, senza il ricordo al metodo dell'appalto pubblico", "la costruzione e la gestione di un impianto di bioessiccazione di rifiuti a Teramo". Nell'inchiesta è citata anche la Ecodeco di Milano, alla quale sia Venturoni che Di Zio avrebbero offerto, in cambio della cessione gratuita della tecnologia per l'impianto teramano, di essere "ammessa a partecipare della realizzazione di un impianto di incenerimento di rifiuti in Abruzzo", con l'affidamento diretto dell'appalto "ad una società a cui avrebbero partecipato tanto i Di Zio quanto la Ecodeco".
La Deco si e' vista attribuire l'appalto per la realizzazione e gestione dell'impianto tramite l'affidamento in house, anche se una procedura del genere non sarebbe stata possibile, per legge. Nel progetto criminoso sarebbe stata chiamata in causa dagli indagati anche una societa' di Milano, la Ecodeco srl, alla quale e' stato proposto da Venturoni e dai fratelli Di Zio di concedere alla Deco spa il know how necessario alla realizzazione dell'impianto. Venturoni si sarebbe fatto garante, sempre secondo l'accusa, dell'affidamento diretto dell'appalto ai Di Zio e alla Ecodeco per realizzare l'inceneritore facendosi forte della sua "posizione" all'interno della Regione Abruzzo, essendo assessore alla Sanita'. Inoltre Venturoni, stando alle ricostruzioni dell'accusa, avrebbe fatto in modo che i Di Zio versassero 15mila euro al progettista che aveva redatto il progetto per la realizzazione dell'inceneritore per la Team spa.
Ore 11.20 - Vertice di maggioranza in corso
Il gruppo regionale del Pdl è riunito all'Aquila a palazzo dell'Emiciclo per decidere se dare luogo alla seduta ordinaria del consiglio regionale dopo la bufera giudiziaria. Molti consiglieri sono rimasti colpiti dal nuovo ciclone giudiziario che vede coinvolto anche il vice coordinatore regionale del Pdl, il senatore Fabrizio Di Stefano. La seduta del consiglio regionale ordinaria, sospesa ieri per la protesta di cittadini e comitati aquilani che hanno invaso l'aula consiliare, era in programma alle ore 11. Nel pomeriggio, alle 15, è prevista quella straordinaria sul terremoto e la ricostruzione nella quale torneranno a protestare i comitati cittadini, insoddisfatti della gestione del processo di ricostruzione, che sono scesi in piazza per contestare la nomina del nuovo vice commissario per la ricostruzione Antonio Cicchetti.
Ore10.20 - Chiodi è nella sua casa teramana
In questo momento Chiodi è nella sua casa teramana nella quale sta tenendo una riunione con i suoi più stretti collaboratori. Secondo quanto si èappreso, in giornata è previsto un vertice politico del Pdl che si terrà o all'Aquila - dove è in programma il Consiglio regionale - o a Pescara.
Ore 10.15 - Chiodi: ''Aspetto di conoscere gli atti''
In merito alla vicenda giudiziaria che vede coinvolto l'assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha dichiarato: "Aspetto di conoscere gli atti e le motivazioni degli inquirenti. Pertanto, al momento, posso solo esprimere una fortissima solidarietà a Lanfranco".
Ore 08.21 - Massimo Carugno, Psi: ''Il Governo Chiodi e' giunto sul ciglio del fossato''
"L'arresto di Venturoni segna che il Governo Chiodi e' giunto sul ciglio del fossato". Lo dice il segretario regionale del Partito Socialista Italiano Massimo Carugno. "Quando, a distanza di poche settimane, ben due assessori regionali sono pesantemente coinvolti in inchieste giudiziarie e' di tutta evidenza - dice Carugno - che, al di la' degli aspetti giudiziari ed umani, sui quali per esprimere un giudizio e' doveroso attendere il corso della giustizia, ci troviamo di fronte ad una smaccata ed ineluttabile crisi politica. Si tratta di evidenti segnali che l'operato e l'attenzione del governo regionale e' molto ma molto distante dai problemi degli abruzzesi. Mentre l'Abruzzo stagna in una palude sociale ed economica stretto tra la morsa di una crisi economica senza precedenti da un lato, ed il continuo riproporsi degli irrisolti problemi derivanti dal sisma del 6 aprile 2009, il Governo regionale e' evidentemente impegnato ad occuparsi di ben altri affari. Dopo la rivoluzione giudiziaria della vicenda Del Turco che ha portato ad un forzato cambio della guardia a palazzo dell'Emiciclo queste nuove vicende concludono evidentemente un ciclo e quindi rimettere la partita nelle mani degli elettori. Quindi - conclude Carugno - il presidente Chiodi ha una unica strada politica da percorrere: le dimissioni".