Le donne in attesa di un bambino tra le 23 e le 36 settimane non potranno più essere ricoverate all'opedale San Salvatore dell'Aquila.
Lo ha deciso la direttrice del dipartimento materno-infantile, Sandra Di Fabio, che ha invitato i medici della Ginecologia e ostetricia a non accogliere le partorienti, tranne casi urgenti, ed a trasferirle in altro ospedale.
La disposizione, secondo Di Fabio, si è resa necessaria per la carenza di personale dei reparti in questione ma ha generato un braccio di ferro tutto interno al nosocomio del capoluogo.
Dopo la comunicazione, infatti, i dottori delle Uoc dirette da Gaspare Carta e Marina Tobia, hanno scritto al manager della Asl, Giancarlo Silveri, ai direttori sanitario e amministrativo, rispettivamente Libero Colitti e Paolo Gentile, nonché alla direttrice del San Salvatore, Giovanna Micolucci, sostenendo che il San Salvatore è classificato come centro ostetrico-ginecologico di III livello "in grado, quindi, di assistere anche neonati giovani e di basso peso", e rivendicando la tradizione neonatologica dell'Aquila, una delle eccellenze storiche della sanità cittadina.