Erano centinaia, ma sono stati quasi tutti cancellati i profili fake (falsi) su twitter e facebook che avevano ricondiviso tutti la stessa frase di felicità di un terremotato che era tornato a casa sua, dopo 5 anni dal terremoto:
"È una notte speciale x me perché stanotte dopo 5 anni dal sisma dormo x la prima volta a casa mia.E mi andava di condividerlo con voi."
Questo testo, forse, lo avrete visto anche voi ripetuto identico migliaia di volte su account più disparati dal 23 luglio 2014.
La stranezza ha incuriosito il giornalista informatico David Puente che, dopo un'analisi che definisce "base", è riuscito a ricondurre tutti (o quasi) questi account ad una mail di recupero (la email che si usa in caso di smarrimento password) estremamente simile.
Quello che, però, Puente non si aspettava è che gli stessi dati riconducessero presumibilmente anche ad una giovane startup romana con interessi anche in Abruzzo, la terra devastata dal primo cataclisma italiano di questo secolo il 6 aprile 2009 che ha mietuto 309 vite.
Si chiama IsayData ed è una società del gruppo iSayBlog che detiene anche numerosi blog che trattano di tutto, dal tech alla finanza, dallo sport al fashion.
In particolare questo "ramo d'azienda" è dedicato all'analisi dei social della società di consulenza informatica romana Arves S.r.l.
L'AGI (l'Agenzia Giornalistica Italiana) li ha interpellati ed i fondatori hanno negato di aver creato e di avere a che fare con questa rete di account falsi.
"Noi cadiamo dalle nuvole, ci sembra il classico fulmine a ciel sereno", replicano ad Agi Ralph Di Segni e Gianluca Pontecorvo, entrambi romani e soci fondatori della società. Negano di aver creato i bot per influenzare la rete: "Non lo abbiamo mai fatto, non ci riguarda in nessun modo. I bot sono un fenomeno che conosciamo, ma che non ci appartiene. In un certo senso ci spaventa pure che questo sia successo, potremmo essere finiti in un gioco più grande di noi".
I due soci negano inoltre di aver lavorato per partiti politici in passato: "Abbiamo monitorato in rete le primarie del Pd o l'elezione del sindaco di Roma, ma l'abbiamo fatto solo per farci conoscere". Alla domanda perché questi account sembrano rilanciare sui social solo i contenuti di IsayData, e perché sono nati tutti nello stesso mese e anno dell'account della societa', dicono di non saperne nulla: "Faremo dei controlli per capire che è successo, al momento sembrate saperne più voi di noi".
Il lettore, leggendo QUI l'inchiesta di David Puente potrà farsene un'opinione. Il giornalista è stato capace, con pochi click, di smascherare un sistema automatizzato (bot) nella gestione di molteplici account fasulli tutti gestiti da quella che sembra la medesima persona o società che in questi anni hanno racimolato fans veri che pensavano di interagire con persone vere e non con bot, appunto.
Il trucco consisteva nel creare più account twitter, tutti con la stessa email, poi si riprendevano frasi di tutti i tipi (da quelle ironiche, a quelle politiche, fino a rispondere a sondaggi elettorali proposti sull'account iSayData) e condividere, mettere like, creare interesse tanto da moltiplicare la forza, l'influenza, di quel singolo messaggio.
La cosa che più desta sospetti è che questi account fittizi retwittino sempre e solo contenuti postati da iSayData. Hanno tutti un numero di follower simile, dai 12 ai 15mila, gli stessi che ha l'account ufficiale dell'azienda. Inoltre tutti questi account sono nati a gennaio 2012, la stessa data di nascita dell'account IsayData (nonostante la società sia nata nel 2016).
Tutti, poi, hanno la caratteristica di postare frasi assolutamente generiche e scollegate dall'attualità (come quella di aver piacere a vedere le partite dei mondiali con gli amici postata la notte del 30 dicembre).
La cosa che più insospettisce è, infine, il fatto che dall'uscita dell'inchiesta molti di questi account stiano scomparendo misteriosamente, ma rimangono screenshot e filmati fatti dal giornalista a contestualizzare quanto affermato.
Ecco la lunga serie di screenshot salvati sul blog.