Il centro oli di Ortona non esiste e mai esisterà, anche perchè non è più contemplato nei piani di estrazione petrolifera dell'Eni. Chiodi per ribadirlo ha convocato oggi una conferenza stampa ad hoc, prima della riunione di giunta, e si è detto dispiaciuto per le continue strumentalizzazioni da parte dell'opposizione che hanno un chiaro intento elettoralistico, ma che rischiano di danneggiare l'immagine della regione all'estero, e la competitività dell'offerta turistica, dei vini ed altre eccellenze agricole abruzzesi, a forza di evocare apocalittici scenari di una regione invasa da maleodoranti pozzi petroliferi. Scenari, garantisce Chiodi, che mai ci saranno.
A seguire l'annuncio: tutto è pronto per la costituzione in giudizio della Regione Abruzzo nel ricorso alla Corte Costituzionale contro l'impugnazione del governo della legge "blocca centro oli". I termini certo sono scaduti, ma questo inciderà poco o nulla, perchè la decisione di non fare il centro oli ad Ortona è politica: la legge regionale 14 approvata dal consiglio in prorogatio nell' autunno 2008, ha limiti palesi di incostituzionalità, perchè si fonda su misure di tutela di un parco, quello della costa teatina, che ancora non esiste, e perchè in materia di concorrenza le competenze sono dello stato e non della Regione.
A seguire il presidente Chiodi e i suoi assessori si sono riuniti in Giunta. All'ordine del giorno il bilancio di previsione. Anche in questo caso Chiodi è stato chiarissimo e ha ribadito che sarà un bilancio lacrime e sangue. Con un debito di quasi 4 miliardi di euro e con la necessità di recuperare subito 110 milioni di euro, non ci sono alternative: o si aumentano le tasse, e questo non è nelle intenzione della giunta, oppure si operano tagli dove è possibile, e le voci più a portata di forbice sono lo sport e la cultura. La bozza di bilancio, intorno cui in queste ore si sta ragionando, è ancora top secret. Si sa solo che gli assessori oggi cercheranno di rimpinguare qualche capitolo di spesa, per far si che la medicina non risulti davvero troppo amara.
FT
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