Decreti ingiuntivi contro aziende fallite, banca condannata a pagare più di 67mila euro

Il tribunale dà ragione all'imprenditore

19 Dicembre 2013   11:23  

Una banca aveva letteralmente messo alle corde un imprenditore titolare di due aziende imponendoli due decreti ingiuntivi, ma il fallimento delle imprese ha capovolto la situazione e l'ha costretta a pagare a sua volta.

La storia inizia a Pescara nel 2008, con l'imprenditore in credito nei confronti della banca di 67.888,70 euro (rispettivamente, 36.671,79 per una azienda e 28.216,91 per l'altra), recuperandone ben 180.027,14. Tutto ciò venne però vanificato dal fallimento delle due aziende, col maltolto che, di conseguenza, finì sotto tutela della curatela fallimentare.

Di seguito, tuttavia, l'istituto di credito ha rifiutato di restituire il maltolto ed ha emesso contro le due imprese un decreto ingiuntivo in cui pretendeva una cifra complessiva di 67.888,70 euro.

Da lì nacque una causa legale, conclusasi proprio in questi giorni, che ha portato la giuria a riconoscere le ragioni dell'imprenditore, condannando la banca a pagare un risarcimento di 67.888,70 euro compresi gli interessi usurari accertati per 5 trimestri, poiché nel contempo l'uomo si è visto danneggiato dai decreti nella propria reputazione creditizia, vedendosi negato l'accesso a qualsiasi prestito o fornitura e quindi spinto verso il fallimento.

L'associazione Sos Utenti ha commentato con soddiisfazione la querelle, asserendo che " il tribunale ha ribaltato una pretesa creditoria avanzata dalla banca, confermando l'illegittimità dell' anatocismo".


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