"Prendo atto della decisione del Governo Gentiloni di costituirsi davanti alla Corte costituzionale nel procedimento sollevato dalla Corte di Assise di Milano nell'ambito processo a Marco Cappato per la morte di Fabiano Antoniani". Lo fa sapere l'avvocato Filomena Gallo, coordinatore del collegio di difesa di Marco Cappato e segretario Associazione Luca Coscioni.
"La scelta del Governo è, oltre che del tutto legittima, anche pienamente politica, visto che l'esecutivo - annota il legale nella nota - avrebbe potuto altrettanto legittimamente agire in senso opposto e raccogliere l'appello lanciato da giuristi come Paolo Veronesi, Emilio Dolcini, Nerina Boschiero, Ernesto Bettinelli e sottoscritto da 15mila cittadini, che chiedevano al Governo italiano di non intervenire a difesa della costituzionalità di quel reato, e dunque di non dare mandato all’Avvocatura di Stato di costituirsi in tale procedimento".
"Prendo anche atto della richiesta di costituzione in giudizio di una serie di organizzazioni e gruppi che sempre si sono distinti per aver avversato in ogni modo il riconoscimento del diritto alla libertà e responsabilità individuale fino alla fine della vita".
Per quanto riguarda Marco Cappato, "il suo collegio di difesa che coordino e l'Associazione Luca Coscioni - ricorda - il nostro obiettivo non cambia: vogliamo far prevalere, contro la lettera del codice penale del 1930, i principi di libertà e autodeterminazione riconosciuti dalla Costituzione italiana e dalla Convezione europea dei diritti umani, nella convinzione che Fabiano Antoniani avesse diritto a ottenere in Italia il tipo di assistenza che - a proprio rischio e pericolo - ha dovuto andare a cercare all'estero con l'aiuto di Marco Cappato".
Secondo il deputato di Leu Nicola Fratoianni, "la decisione del governo Gentiloni di difendere il reato di 'aiuto al suicidio' contro Marco Cappato, che aveva accompagnato DJ Fabo in Svizzera, è un atto ipocrita, soprattutto alla luce dell'introduzione della legge sul fine vita. Il segno, purtroppo, è quello della doppia morale tipica di una certa politica di questo Paese".
''Avrebbero dovuto rispettare la volontà di Fabo - conclude il leader di SI - e invece incrociano una battaglia legale contro Cappato, che ha tanto il sapore della battaglia sulla pelle di chi non c'è più, come Fabo, e della sua volontà di una fine dignitosa".