Gli sfollati: ''Venga Boschi a dormire in una casa a L'Aquila''

In tendopoli dopo la scossa

23 Giugno 2009   10:09  

AGGIORNAMENTI   - Nella tendopoli di Collemaggio, dove chi scrive risiede, ad certo punto si è udito un boato proveniente dalla zona rossa, come un rumore di case che crollavano. Neanche due secondi per immergersi nuovamente nella lettura delle ''Memorie di Adriano'', il libro di  Margherite Yourcenar che eleva le  miserie del potere a paradigma universale della condizione umana, ed ecco che la brandina ha cominciato ad ondeggiare, come fosse su un mare in tempesta. Una scossa di dieci interminabili secondi che hanno percorso come un brivido gelato la schiena e hanno riportato la memoria a quella maledetta notte  del 6 aprile.

Nel campo si scatena il panico, la gente scappa irrazionalmente fuori dalle tende, i bambini piangono, urla e crisi di nervi da parte degli adulti. Telefonate frenetiche ad amici e parenti, soprattutto quelli che dormono in case di cemento e non in rassicuranti tende. Chi ha la connessione ad internet smanetta freneticamente sul portatile. Si odono sirene dirette verso il centro, a conferma degli avvenuti crolli. Una signora viene a sapere che l'epicentro è nei pressi di Campotosto, dove i parenti sono appena rientrati in casa. I parenti della signora sono tornati a dormire e vivere in una casa agibile, costruita però nell'800 e mai ristrutturata. Il telefono dei suoi cari però non risponde, le linee sono intasate. Ha una crisi isterica, una suora la rincuora. Tutti chiedono notizie sulla diga di Campotosto, “Se cede quella è la catastrofe...'' si commenta a bassa voce. Aldo è stato sorpreso dalla scossa dentro un bagno chimico, e ha temuto che si rovesciasse.  Anche al campo di Collemaggio cominciano ad arrivare aquilani che erano tornati a vivere in casa, chiedono di poter trascorrere la notte in tenda.
Infine  arriva il solito sfollato più informato di tutti che ha stampato un'agenzia Ansa che ha riportato una dichiarazione a firma del direttore dell’Istituto di geofisica e vulcanologia, il professor Enzo Boschi. Declama il contenuto alla fioca luce di un lampione: ''La scossa, dice Boschi,  è stata nettamente inferiore, in termini di energia liberata, di almeno 40 volte rispetto a quella del 6 aprile. Il sisma è stato avvertito molto bene dalla popolazione, ma rientra nel quadro dell’evoluzione che avevamo detto, avrebbe avuto code di 4-5 mesi; tale profondità 14,2 chilometri dovrebbe aver limitato gli effetti negativi. Quest’ultimo evento, dunque non modifica il quadro complessivo del sistema. Quello che ha resistito alla prima scossa dovrebbe aver resistito anche a questa. Ma il problema ha conseguenze psicologiche sulla popolazione perché le continue scosse creano paura e scoraggiamento''.

Non sto qui a raccontare puntualmente le reazioni degli sfollati, anche perché sarei passabile di querela. Ciò che è lecito dire è che il professor Boschi ha tra gli sfollati una credibilità pari a quella del Mago Othelma o di Wanna Marchi. E questo, va sottolineato, non è una cosa affatto positiva, in quanto complica il già difficile crono-programma per il ritorno alla normalità, e del ritorno nelle abitazioni, che per la Protezione civile è una priorità, anche finanziaria.

Nessuno tra gli sfollati dimenticherà mai infatti che molti aquilani sono morti perché dopo la scossa della sera del 5 aprile sono rimasti a dormire in casa, in quanto la settimana prima della catastrofe e all'indomani di una scossa del 4.0,  gli esperti della Commissioni Grandi rischi, con Enzo Boschi in testa,  rassicurarono sul fatto che quello che si stava verificando era un normale sciame sismico che lentamente liberava la sua energia, ed asserirono che erano da ritenersi estremamente improbabili scosse di magnitudo superiore a quelle già verificatesi. Certo, aggiunsero per gettar fango sul pseudo-scienziato Giampaolo Giuliani, i terremoti non si possono prevedere, ma di fatto loro hanno erroneamente previsto che non ci sarebbe stato un terremoto devastante.

Solo ieri il direttore del servizio sismico della Protezione civile Mauro Dolce ha affermato nuovamente che ''la ripresa dell’attività sismica con queste ultime scosse appena sopra la magnitudo 3 rientrano nell’ordine delle cose di una normale progressiva attività sismica... sono scosse che si sentono, si avvertono ma non producono alcun danno e non cambiano il quadro di danneggiamento che si è creato con le scosse dei primi giorni di aprile''
Il professor Boschi ha sua volta ha recentemente affermato: ''le abitazioni dell’Aquila rimaste in piedi sono sicure e invito la popolazione a tornare tranquillamente negli edifici ritenuti agibili''.
Ma gli aquilani, che alla pellaccia ci tengono, non gli credono più. E Aldo, quello che e scappato dal bagno chimico, commenta: ''Se Boschi e gli amici suoi sono convinti di quello che dicono, perché non danno il buon esempio e vengono a vivere e dormire in un appartamento a L'Aquila?''
FT 

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