Il governo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge regionale che limita gli interventi di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Abruzzo e che blocca in particolare la realizzazione del Centro Oli dell’Eni a Ortona.
Per il governo la nuova legge 32/2009 di iniziativa della giunta Chiodi è cioè illegittima.
Essa vieta nello specifico qualsiasi ricerca o estrazione di idrocarburi nelle «aree protette naturali e marine», nelle «aree sottoposte ai vincoli dei beni ambientali o ricadenti nel Piano paesaggistico», nei «Siti di interesse comunitario (Sic)» e «nelle Zone di protezione speciale (Zps) e negli altri siti di interesse naturalistico», nelle aree che rientrano «nelle categorie di pericolosità elevata e molto elevata e nelle classi di rischio elevato e molto elevato del Piano regionale per l’assetto idrogeologico»; nelle «aree sismiche classificate come “zona 1” e “zona 2” individuate dalla Regione, nelle «aree agricole destinate alle coltivazioni ed alle produzioni vitivinicole, olivicole, frutticole di pregio, docg, doc, igt, dop».
Per il governo invece, questa la sostanza difficilmete emendabile, le «attività industriali relative al settore idrocarburi sono da inquadrare nel settore della produzione di fonti di energia, che è materia regolata dal diritto comunitario e da norme statali. Di conseguenza la Regione non può stabilire divieti generalizzati a queste attività che sono, tra l’altro, di preminente interesse nazionale per la sicurezza del sistema elettrico e degli approvvigionamenti. Dunque la minaccia della petrolizzazione dell' Abruzzo, su cui insistono decini di progetti di estrazione torna di drammatica attualità.
Pronta la reazione delle associazioni ambientaliste. Di seguito un comunicato stampa del Wwf:
'' Impugnata la legge regionale anti-pozzi: e ora che farà il Governatore Chiodi?
La decisione del Governo Berlusconi di impugnare anche la legge predisposta dal Governatore Chiodi apre degli scenari inquietanti.
Come sta avvenendo per l’energia nucleare, infatti, il Governo nazionale sembra intenzionato a privare le comunità locali, anche nella loro massima rappresentanza quali sono le Regioni, di qualunque potere decisionale su una materia fondamentale come la produzione energetica che pure si caratterizza per avere pesanti ricadute sul territorio, sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sulle loro attività economiche.
La legge approvata dalla Regione Abruzzo – che, come si è fatto notare sin dalla sua presentazione, lasciava irrisolta la questione delle ricerche petrolifere a mare – riusciva però a tutelare il territorio regionale ed arrivava dopo l’impugnazione, sempre da parte del Governo Berlusconi, di una legge approvata sotto la precedente maggioranza regionale di centrosinistra.
Proprio per superare il problema della presunta incostituzionalità, il Governatore Chiodi era stato incaricato all’unanimità nella prima seduta del consiglio regionale di predisporre una legge ricercando la collaborazione del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali. Stride, quindi, ancora di più questa impugnativa che evidenzia una contraddizione tra governo regionale e governo nazionale, retti oggi dalla medesima maggioranza.
Nel merito si devono verificare i motivi di impugnativa per una valutazione puntuale, tenuto anche conto che la legge per vietare le ricerche e le estrazioni, faceva riferimento a norme urbanistiche, di gestione agricola e di protezione ambientale che sono di esclusiva competenza regionale.
Fin d’ora si invita, però, il Governatore Chiodi a preparare a difendere la legge dinnanzi alla Corte Costituzionale aprendosi al contributo di tutti, come il WWF e la Legambiente gli avevamo già suggerito in occasione della presentazione della legge e come, invece, non ha ritenuto di dover fare.''
Tra i progetti di estrazione c'è quello sul lago di Bomba. presentato al governo dagli americani della Forest oil, tenuto ovviamente nascosto ai cittadini.
Spiega in modo estremamente documentato nel suo blog Maria Rita D'Orsogna, attivita no-oil:
''In questi giorni si parla di una nuova emergenza idrocarburi. Il progetto bolliva in pentola gia' da qualche tempo, e cosi' dopo la MOG e Ombrina Mare, ora c'e' la Forest Oil che vuole trivellare il lago di Bomba. Gia' da una conferenza fra la casa madre e gli investitori si diceva, candidamente nel 2007:
''We’re going to drill 1 to 2 million depth exploratory gas test in central Italy this summer. The prospect is called Monte Pallano and is near the Bomba area. The pipeline access is only 7 kilometers away. And gas prices and Italy remains strong at to per MMBtu US.''
Trivelleremo per testare la presenza di gas nell'Italia centrale quest'estate. La concessione si chiama Monte Pallano ed e' vicino a Bomba. L'oledotto e' a 7 chilomentri di distanza, e i prezzi del gas in Italia sono elevati - di circa 8 o 10 dollari americani per MMBtu.
La sigla MMBtu sta per milione di British Thermal Unit e significa piu' o meno 28 metri cubi.
E poi nel 2008:
''On the Monte Pallano discovery we found over 50 Bcf of gas and we need to drill at least one more well there in addition to the two we have already completed. (...). As we've stated earlier, we are working on the permitting of the production facilities and pipeline. We estimate about a year for sales to occur. The Italian gas market remains robust currently at per MMBtu US.''
'' Abbiamo trovato nel Monte Pallano piu' di 50 Bcf di gas e ci serve trivellare ancora un altro pozzo, oltre ai due che abbiamo gia' trivellato. Come gia' detto stiamo lavorando sull'ottenimento dei permessi per uno stabilimento di produzione e di un oleodotto. Le vendite inizieranno fra un anno. Il mercato del gas in Italia resta robusto, con prezzi attualmente attorno ai 17 dollari americani per MMBtu.''
Bcf significa Billion Cubic Feet, cioe' miliardi di piedi cubi. La conversione fra cubic feet e cubic meters e' di 0.02, per cui 50 Bcf sono circa 1 miliardo di metri cubi. A volte invece di Bcf si scrive Bcfg per indicare gas.
Dunque, siccome l'Italia consuma 200 milioni di metri cubi di gas al giorno si conclude che:
Tutto il gas di Bomba servirebbe (se usato in Italia) per soddisfare il fabbisogno nazionale per circa 5 giorni e poi ...finito!
Ma la cosa piu' interessante e' la storia che il signor Ronald G. Brown, del reparto Internazionale della Forest Oil di Denver offre ai suoi investitori:
'' AGIP drilled a discovery in 1966 followed by three successful wells and three dry holes. (...) At the time, a tragedy occurred in Northern Italy when a slide block fell into the Vajont reservoir. A pulse wave overflowed the dam and destroyed Longarone, a village of 2000 people. The gas field is partly located beneath a Lake held by a 57.50 meter earthen dam. AGIP elected not to produce the field in 1966 due to the Bomba dam proximity. The four wells were plugged and abandoned in 1992.
Forest CMI S.p.A. was granted an exploration license containing the field in 2004. The permit required Forest to install monitoring sensors to measure subsidence resulting from gas withdrawal.
Forest installed solar powered GPS stations capable of measuring movements to a one-millimeter scale. Upon fulfillment of this requirement, Forest obtained permission to drill two directional wells from a common pad in 2007. (...) The field has 2500 acres within the closing contour, a GWC at -1112 subsea and a reservoir column of 110 meters. Reserves are placed at 56 Bcfg.
Forest is designing a treatment facility and pipeline.''
'' L'Agip trivello' e' fece una scoperta nel 1966, che fu seguita da 3 pozzi fruttuosi e tre sterili (...) Al tempo pero' ci fu' una tragedia nel nord dell'Italia, quando un blocco scivolo' nella riserva idrica del Vajont. L'impulso di un onda straripo' dalla diga e distrusse la citta' di Longarone, un villaggio di 2000 persone. Il campo di gas (di Bomba) si trova parzialmente sotto un lago, che e' mantenuto da una diga di 57.5 metri. L'AGIP scelse di non sviluppare il campo di gas nel 1966 a causa della vicinanza di Bomba alla diga. I quattro pozzi furono chiusi e abbandonati nel 1992.
Alla Forest Oil e' stata data l'autorizzazione di esplorare il territorio nel 2004. Il permesso ha obbligato al Forest Oil ad installare sensori per misurare la subsidenza indotta dall'estrazione di gas.
La Forest ha installato un sistema di GPS alimentato da pannelli solari per misurare movimenti fino alla scala del millimetro. Grazie a questo provvedimento la Forest ha ottenuto il permesso di trivellare altri due pozzi da un punto centrale nel 2007. (...) Il campo ha 2500 acri nella sua concessione, un GWC a -1112 sotto il livello del mare e una colonna di riserva di 110 metri. Le riserve sono stimate attorno ai 56 Bcfg.
LA FOREST STA DISEGNANDO UN CENTRO DI TRATTAMENTO E UN OLEODOTTO.
Il GWC e' il gas-water-contact, cioe' il punto sottoterra dove si inizia a trovare il gas (che qui e' di un chilometro sottoterra circa), mentre la colonna di riserva se non mi sbaglio e' lo spessore del giacimento che e' dunque di circa 100 metri.
Ora, se nemmeno l'AGIP ci ha provato a trivellare vicino e sotto ad un lago con diga incorporata, vuol dire davvero che e' un idea folle. La diga e' fatta di cemento, e' pesante. La subsidenza e' un pericolo reale. A Ravenna la subisdenza indotta dalle estrazioni del metano ha causato l'abbassamento di circa 3 metri di suolo, nel Polesine di un metro e mezzo. Immaginamoci cosa potrebbe mai succedere a Bomba, se non sia mai dovesse crollare la diga. Ma poi li ci va la gente in vacanza, e' una zona bella, perche' deturparla con impianti di estrazione di gas?
E poi non e' buffo che quelli della Forest Oil ci tengano a sottolineare che usano un sistema di misurazione a base di pannelli solari? Vogliono anche fare la figura degli ambientalisti mentre stanno innescando davvero una potenziale bomba ecologica.''
L'ABRUZZO SAUDITA SU ABRUZZO24ORE.TV
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Pescara - Questa mattina Legambiente e WWF hanno tenuto a Pescara una conferenza stampa sulla proposta di legge regionaleProvvedimenti urgenti a tutela del territorio regionale” avanzata dalla Giunta regionale, su iniziativa del presidente Gianni Chiodi, a contrasto della petrolizzazione del territorio abruzzese. “ Le associazioni, rappresentate da Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente
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L'Aquila - Scrive il Comitato Emergenzambiente:'' Sentire l'Assessore Regionale all'Ambiente Daniela Stati parlare del petrolio in Abruzzo è senz'altro un avvenimento eccezionale per tutti coloro che, comitati,associazioni, semplici cittadini, dall'atto del suo insediamento, non hanno fatto altro che chiederle di dire qualcosa sull'argomento che preoccupa la popolazione abruzzese, ma che sembra esulare dalle ...
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