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Nel maxiemendamento, oltre a novità senz'altro positive e da tempo richieste, c'è un comma che sta scatenando vibranti proteste: quello in cui è prevista la copertura economica per la ricostruzione delle seconde case inagibili solo ed esclusivamente nel centro storico dell'Aquila, ma non nelle frazioni del capoluogo e in tutti gli altri comuni del cratere.
Nel centro storico dell'Aquila cioè un possidente potrà vedersi ricostruire anche 10-20 seconde case.
Nel resto del cratere- hanno spiegato i sindaci ieri sera a seguito di una conferenza stampa infuocata – la ricostruzione di molte seconde case e varie pertinenze, inagibili e crollate, parte integrante dell'antico tessuto urbano e architettonico di borghi quasi sempre di altissimo pregio, non avrà copertura economica. Il risalutato è che sarà impossibile di fatto ricostruire i piccoli comuni, più della metà delle abitazioni e degli spazi urbani resteranno ruderi o scatole vuote, perché molti proprietari non residenti non avranno i soldi per pagarsi la ricostruzione.
E allora questi borghi rischiano il definitivo declino demografico ed economico, perché questi paesi vivono anche e soprattutto grazie a questa popolazione intermittente di non residenti, ma paesani a tutti gli effetti. I 57 sindaci hanno minacciato le dimissioni di massa.
Dura la presa di posizione del presidente Gianni Chiodi, e dell'Anci nazionale che accusa il governo dei tecnici di totale indifferenza per le sorti non solo del cratere sismico ma anche più in generale dei piccoli comuni abruzzesi e italiani, vittime di continui tagli di servizi e risorse.
Ieri sera il ministro Fabrizio Barca ha telefonato al sindaco Emilio Nusca, rappresentane dei piccoli comuni del cratere e lo ha rassicurato almeno su un altro punto controverso del provvedimento: sarà reinserita l'istituzione degli otto uffici territoriali, attraverso i quali i sindaci gestiranno direttamente le pratiche della ricostruzione con loro personale. Ancora irrisolto il nodo delle seconde case.
Quale ricostruzione è però tutto da vedere, e dipende dalle modifiche che in zona Cesarini si riuscirà ad apportare al maxiemediamento.