Che a L'Aquila la ricostruzione non riguarda solo le case, i cantieri e l'edilizia, ma anche il lavoro e la tenuta di un fragile tessuto sociale, specie in un monento di generalizzata crisi economica, il ministro con delega al terremoto Fabrizio Barca ne ha avuta conferma anche ieri, nel corso della sua visita nel centro storico del capoluogo, assieme al collega di governo Lorenzo Ornaghi.
Un agguerrito gruppo di precari, che hanno lavorato i questi anni alla ricostruzione, hanno infatti intercettato il ministro Barca a piazza santa maria Paganica, e nel corso di un confronto faccia faccia a tratti aspro, sono tornati a chiedere maggiori tutele in vista del concorsone che selezionerà i 300 addetti dei due nuovi Uffici speciali della ricostruzione (USR), e a cui parteciperanno non meno di 20mila persone da tutta Italia. ''Rischiamo di trovarci tutti senza lavoro'', hanno protestato, chiedendo ancora una volta di poter almeno saltare la preselezione, considerata come una sorta di terno al lotto. Hanno fatto notare cartre alla mano che questo non sarebbe incostituzionale.
Il ministro Barca ha ribadito però la scelta di fatto già presa: la priorità è assicurare la più alta qualità possibile alla ricostruzione dell'Aquila, il concorso nazionale lo prevede la legge, e serve a selezionare le persone più preparate.
E ha aggiunto: nei quiz della preselezione ci saranno solo domande inerenti alla ricostruzione E questo favorirà di fatto i precari, sicuramente quelli poreparati. La musica, ha concluso Barca, è cambiata.
Hanno però replicato i precari al ministro: ''Negli uffici della ricostruzione lavoreranno 50 professionisti che saranno nominati direttamente dai direttore generali a loro volta di nomina governativa. Se bisogna davvero cambiare musica, se la stella polare è la meritcrazia, perché non fate un concorso anche per loro?