L'Aquila: affitti sedi Università, presidi e sindacati difendono Di Orio

"Situazione eccezionale, non c'erano alternative"

11 Marzo 2012   09:44  

"Intendo ricordare a chiunque lo avesse dimenticato le condizioni in cui l’intera città dell’Aquila e, con essa, la sua Università, ha vissuto le angoscianti dolorose strazianti logoranti ore, giorni e mesi post-sisma". Lo dice la Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Prof. Grazia Cifone, in qualità di membro del Senato Accademico, in relazione alle indagini sulle condizioni di locazione dell’immobile ex Optimes che vedono indagato il rettore e l'ex direttore amministrativo.

"Con la morte nel cuore, oltre a piangere sulle macerie della nostra città per tutte le vittime del terremoto, ci siamo rimessi in moto, abbiamo continuato a fare il nostro dovere, come tanti altri, in condizioni estreme, con l’obiettivo di non vanificare l’anno accademico dei nostri studenti, abbiamo rispettato il calendario delle lauree, facendo sì che centinaia di ragazzi, nonostante tutto, potessero coronare il proprio sogno. Ricordo ancora le lauree di fisioterapia sotto una piccola tenda, le prime dopo il terremoto, una pioggia impietosa e tanto fango. Era il 23 di aprile 2009 e non dimenticherò mai quello che ho provato…un alternarsi di emozioni fortissime e fra loro contrastanti… fu il giorno della prima laurea alla memoria a Lorenzo Cinì, uno dei nostri studenti che quella maledetta notte il terremoto ci ha portato via…alla presenza del suo papà……

Erano giorni in cui le scosse sembravano non finire mai, sentivamo forte la responsabilità di vincere la paura, di guardare oltre la morte che ci circondava, di sostenere i nostri ragazzi.

Ci siamo riusciti, grazie alla lucidità e alla incredibile forza d’animo di chi la guidava, la nostra Università, Ferdinando di Orio, quello stesso Ferdinando di Orio che oggi viene strumentalmente accusato per avere saputo affrontare una situazione che solo chi ha vissuto quei terribili momenti non può né deve dimenticare.

Per dovere di cronaca - aggiunge Cifone - voglio riportare integralmente la mozione dei rappresentanti dei quasi 25.000 studenti dell’anno accademico 2008/2009, mozione condivisa all'unanimità da tutto il Senato Accademico, nella seduta del 6 maggio 2009, ad un solo mese dal sisma:

Il Senato Accademico dell’Università dell’Aquila ribadisce in sintonia con il suo Magnifico Rettore la ferma volontà ed impegno per ripristinare nel più breve tempo possibile le proprie strutture danneggiate dal sisma del 6 aprile scorso. L’Università potrà così riprendere pienamente nella città dell’Aquila e per la città dell’Aquila il ruolo di comunità di scienza e di cultura, proiettata nello scenario della ricerca internazionale e al contempo motore fondamentale dello sviluppo economico del territorio.

La collocazione dei poli universitari nella città dell’Aquila deve essere elemento fondante della rinascita di una Università moderna e di una città laboratorio che coniughi storia, tradizione e cultura con scienza e tecnologia. La dispersione nel territorio non è elemento di crescita delle eccellenze ma rischia di separare pericolosamente la didattica dalla ricerca.

Facciamo appello alla generosità di coloro che possono contribuire economicamente al progetto Università – Città dell’Aquila.

Facciamo altresì appello alle Istituzioni perché tutte facciano il massimo sforzo di lavorare in sintonia tra loro, superando i confini dell’ordinaria amministrazione e i lacci della burocrazia.

Nel breve termine l’Università deve essere messa in condizione di operare una rapida ricostruzione delle strutture scientifiche e didattiche, almeno di quelle in parte risparmiate dal sisma. E’ necessaria inoltre la collaborazione di tutte le Istituzioni per reperire ora tutte le strutture immediatamente utilizzabili nel territorio aquilano.

Il Governo Regionale deve provvedere senza ulteriori indugi a definire un piano straordinario riguardante trasporti e alloggi per studenti. Ogni ritardo in questo campo rappresenta una chiara volontà di voler ostacolare la rinascita dell’Università nella città dell’Aquila.

Ma se Ferdinando di Orio è responsabile di avere rispettato l’impegno assunto dal Senato nei confronti degli studenti e di avere evitato la dispersione del nostro Ateneo dal Tronto al Tevere individuando strutture che, a qualsiasi costo, potessero consentire di riprendere le attività a tutte le facoltà, compresa la prestigiosa Facoltà di Ingegneria con i 5300 studenti nonché l’altrettanto prestigiosa Facoltà di Scienze Motorie con i suoi quasi 1000 iscritti, allora – dice la Cifone -  anche io sono responsabile così come lo sono tutti i membri del Senato Accademico che avrebbero dovuto attendere un anno e mezzo la valutazione UTE. Vale forse la pena ricordare che l’Ateneo, dopo la valutazione UTE, ha pubblicato un bando per verificare la disponibilità di strutture adeguate ad accogliere oltre 6000 studenti. Non arrivò alcuna offerta accettabile!

Mi autodenuncio anche perché  il 15 aprile 2009, ho pagato 20 Euro un panino con la porchetta. Mi autodenuncio perché oggi ho pagato un chilo di pomodori il doppio di quello che avrei pagato a distanza di 50 Km da qui. Mi autodenuncio perché pago un litro di benzina molto di più di quanto non la pagherei al di là del Gran Sasso. Mi autodenuncio perché - conclude Cifone - chissà quanto ci sto guadagnando!".

Anche Leila Fabiani, preside di Scienze Motorie, difende quelle scelte. "Desidero ringraziare il Magnifico Rettore prof. Ferdinando di Orio per averci consentito ormai quasi tre anni accademici di attività piena e regolare, assicurando agli studenti e al corpo docente spazi adeguati e confortevoli".

La Facoltà di Scienze Motorie "proprio in quella sede ha trovato una dignitosa localizzazione e ha ripreso completamente le attività didattiche dall’ottobre 2009".

"All’epoca - spiega Fabiani - non avevo le responsabilità di oggi ma ben ricordo il Consiglio di Facoltà in tenda nel quale l’allora Preside prof.ssa Cardigno ci presentò la soluzione locativa dell’ex Optimes. Con quale sollievo e soddisfazione fu da lei presentata e da tutti accolta. Se questa soluzione sia stata eccessivamente onerosa va forse chiesto a chi ha speculato, per noi è stata preziosa. È per me incredibile che si trascuri lo stato di necessità dell’intero Ateneo e non si valorizzi il risultato ottenuto. Quanto valgono, in termini di beneficio per la collettività, per i nostri 1000 studenti di Scienze Motorie, per i 5300 di Ingegneria, per l’economia marginale di questa città, tre anni di attività didattica? Bene, li si sottragga all’importo pagato e si vedrà se è stata vantaggiosa la decisione di sottostare alle richieste della proprietà (?).

Pertanto - conclude la preside - ritengo doveroso difendere l’operato del Magnifico Rettore che si è assunto responsabilità e ha affrontato condizioni eccezionali, determinando l’attuale successo del nostro Ateneo e della Facoltà che dal 2010 presiedo e che proprio in questi anni ha avuto un costante incremento di immatricolati"

Sulla stessa lunghezza d'onda Pier Ugo Foscolo, preside di un'altra Facoltà ospitata all'ex Optimes, quella di Ingegneria. "Come più volte, e in più occasioni, ribadito, la sede provvisoria della Facoltà di Ingegneria in via Campo di Pile ha consentito il tempestivo inizio delle attività didattiche nel mese di Ottobre 2009, dopo che il 6 Aprile Ingegneria aveva perso per intero la propria sede istituzionale e nell'intervallo Aprile-Ottobre 2009 aveva continuato la propria attività amministrativa in un container, e didattica in varie localizzazioni, grazie all’ospitalità di enti diversi.

Stante l’obiettivo fissato dalle autorità comunali, regionali e nazionali di non allontanare dall'Aquila il sistema della formazione scolastica e universitaria - spiega Foscolo - considerato inalienabile per la ripresa della vita stessa della città, era apparso subito chiaro che non sarebbe stato facile trovare una sede adeguata per la Facoltà di Ingegneria, forte di 150 docenti e 5000 studenti iscritti (tanti sono attualmente; erano 6000 prima del sisma), e l'argomento fu materia di incontri, purtroppo non risolutivi, tra il Prefetto, il Sindaco, il Presidente della Regione e della Provincia, le autorità accademiche. Queste ultime (tra le quali era presente anche il Preside della Facoltà di Ingegneria) arrivarono a chiedere la requisizione di locali idonei, ma da parte delle autorità competenti non si ritenne che ricorressero le condizioni per operare in questa direzione.

La soluzione che fu trovata, a seguito di numerose e approfondite ricerche, apparve all'epoca l'unica praticabile dal punto di vista temporale (inizio anno accademico ad Ottobre 2009) e logistico (superficie dei locali, collocazione nel tessuto cittadino, sicurezza statica e dinamica degli edifici, disponibilità di aree di parcheggio, etc.), e tale si rivela ancora oggi, a 3 anni dal sisma, con la assoluta mancanza di soluzioni alternative confrontabili nel perimetro della città dell’Aquila.

Si esprime pertanto l'auspicio che le esigenze e i vincoli di natura temporale e logistica brevemente richiamati in questa nota siano sempre tenuti in debito conto, e che le gravi difficoltà del terremoto e le conseguenze oggettive che ancora patiamo siano adeguatamente considerate nelle vicende in corso".

La Preside della Facoltà di Psicologia, Prof.ssa Fernanda Amicarelli "esprime profonda amarezza e rammarico nel constatare che tutti gli sforzi profusi dal Magnifico Rettore in quel drammatico periodo dell’immediato post sisma grazie ai quali l’Ateneo Aquilano, miracolosamente e, al di sopra di ogni più favorevole aspettativa, è vivo ed in ottima salute, debbano essere macchiati da accuse assolutamente ingiuste ed infondate.

E’ noto a tutti la difficoltà estrema di quel periodo nel reperire locali degni di tale nome, e ricordo molto bene l’ansia e l’angoscia che tutti noi  avevamo nel cercare in tutti i modi  soluzioni che ci consentissero di collocare tutti i nostri studenti in strutture adeguate e “sicure”, per poter realizzare l’unico obiettivo di quel momento: far partire il nuovo anno accademico ed impedire lo smembramento della nostra cara ed amata Università da sempre fiore all’occhiello di questa città. La soluzione, insperata, dell’ex Optimes come sede idonea per due grandi Facoltà, Ingegneria e Scienze Motorie, rese possibile la realizzazione di questo  sogno e tutti noi senatori all’epoca esultammo ed unanimi acconsentimmo a questa scelta. Il prezzo di locazione era eccessivo? Ma ci si ricorda dei parametri di allora? Tra le rovine e le macerie di cui eravamo, ed, in buona parte, siamo ancora circondati, non c’erano situazioni tra cui scegliere e tutto ciò che veniva offerto, a partire dai generi di prima necessità, era fuori da qualsiasi logica di mercato. Ma perché non si tiene conto di questo? Perché la memoria è così breve da dimenticare la drammatica realtà di nemmeno tre anni fa? Magnifico Rettore, io non dimentico, io sono molto consapevole  del ruolo fondamentale che tu hai avuto per la sopravvivenza dell’Università degli Studi dell’Aquila e di questo ti sarò sempre grata".

Dalla parte del rettore Di Orio si schierano anche i sindacati. "La Cgil e la Cisl Università - si legge in una nota di Cinzia Angrilli e Oscar Colaiuda - vogliono ricordare che, nonostante le difficilissime condizioni generali in cui versava, dopo il terremoto, tutto il funzionamento e l’apparato organizzativo dell’Ateneo, gli organismi accademici hanno svolto il più trasparente dibattito e l’approfondimento necessario per giungere alle deliberazioni che sono state assunte in merito. La discussione che è stata fatta nell’addivenire a questa decisione ovviamente ha tenuto conto dei riflessi che il sisma aveva prodotto sul mercato immobiliare.

La considerazione prevalente sulla quale il Sindacato torna ad insistere è che la responsabilità è stata assunta dall’Ateneo attraverso i suoi organi, cioè attraverso i suoi lavoratori, il personale docente e tecnico-amministrativo componente degli organi stessi, che si è fatto carico di una scelta (oggi oggetto dell’inchiesta della procura) con l’esclusivo e prioritario obiettivo della ripresa delle attività didattiche delle facoltà di ingegneria e di scienze motorie.

La necessità di riaprire un luogo chiamato università e di poter accogliere gli studenti in un edificio dignitoso e idoneo per lo svolgimento delle attività didattiche è stato il principio guida di tutte le decisioni che sono state assunte nei difficilissimi giorni successivi al terremoto, in cui il disastro era enorme, la confusione tanta e la sopravvivenza dell'università dell'aquila a forte rischio. Non è superfluo ricordare che la facoltà di ingegneria era ed è la più grande per numero di studenti e di docenti. In questo senso il Sindacato di Ateneo, nel più alto rispetto per le attività di inchiesta, è vicino all'istituzione universitaria ed agli organi che la rappresentano a tutti i livelli".

Prendono la palla al balzo per tornare all'attacco del rettore, invece, due suoi oppositori all'interno dell'Ateneo, i docenti Sergio Tiberti e Pierluigi Beomonte Zobel.

"Nel rispetto della Magistratura, dovuto da ogni cittadino e a maggior ragione da ogni pubblico ufficiale, sarebbe necessario da parte degli indagati attenersi a quanto prescritto dalla procedura ed astenersi dal rilasciare dichiarazioni alla stampa su un’inchiesta in atto" affermano i due componenti del Cda, in merito alla convocazione di una conferenza stampa per lunedì da parte di Di Orio. "Il Rettore, pur ormai agli sgoccioli del suo mandato già prorogato di un anno, purtroppo continua a non capire che essere un pubblico ufficiale comporta un supplemento di doveri, e che con questo suo atteggiamento trascina l’intera istituzione in una grave vicenda giudiziaria.

Che la questione affitti sia un vero scandalo è purtroppo ben noto - aggiungono - e i sottoscritti consiglieri di amministrazione da sempre lo hanno segnalato come un pericolo per l’istituzione universitaria e per le finanze pubbliche. Non rimane che attendere, con calma e senza fughe in avanti, l’esito delle indagini dei qualificati Magistrati aquilani per fare chiarezza. Quanto alla necessità di dimissioni del Rettore, sarebbero quanto mai opportune anzi necessarie da subito, e in ogni caso confidiamo che il prof. Di Orio abbia il buon gusto di lasciare l’incarico non appena eletto il nuovo Rettore di qui a poche settimane".


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