L'Aquila capitale degli hacker, all'Asilo occupato tre giorni di seminari

26 Giugno 2012   14:47  

Fa tappa all'Aquila l'edizione 2012 dell'Hackmeeting, l'evento che annualmente richiama virtuosi del software da ogni dove, nato nel 1998 a Firenze. Un incontro "totalmente autogestito" si legge sul sito it.hackmeeting.org, dove "non ci sono organizzatori e fruitori, ma solo partecipanti".

Un appuntamento diventato punto di riferimento delle controculture digitali italiane, di quelle comunità che si pongono in maniera critica rispetto ai meccanismi di sviluppo delle tecnologie all'interno della società.

"L'hackit è solo per veri hackers, ovvero per chi vuole gestirsi la vita come preferisce e sa s/battersi per farlo. Anche se non ha mai visto un computer in vita sua". 

Tre giorni di seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee e apprendimento collettivo, per analizzare assieme le tecnologie che utilizziamo quotidianamente, come cambiano e che stravolgimenti inducono sulle nostre vite reali e virtuali, quale ruolo possiamo rivestire  nell'indirizzare questo cambiamento per liberarlo dal controllo di chi vuole monopolizzarne lo sviluppo, sgretolando i tessuti sociali e relegandoci in spazi virtuali sempre piu' stretti.

L'evento sarà ospitato nei locali dell'ex asilo di Viale Duca degli Abruzzi, diventato spazio sociale dopo l'occupazione da parte di alcuni attivisti. Da venerdì prossimo, 29 giugno, a lunedì primo luglio.

"Essenzialmente è un evento sociale autorganizzato, autofinanziato - spiegano i promotori -. Un momento di intenso scambio, durante il quale numerosi fanatici della comunicazione telematica orizzontale si ritrovano intorno a totem di connettività e hardware per sperimentare e discutere dell'uso sociale, tecnico e politico di modem e affini. Ma se vogliamo scendere più nei dettagli, o semplicemente essere più pratici, un hackmeeting sono tre giorni di campeggio, tre giorni di seminari autorganizzati e autogestiti, tre giorni di corsi per chi vuole saperne di più".

"Collettivamente disinteressati a chi fa le regole per l'Agcom e del vasto movimento d'opinione organizzato intorno ai temi della trasparenza delle nomine in Rai, alla Privacy e ai Trasporti, appena attenti a leggi come Acta, Sopa e Pipa, gli hacker dell'hackmeeting hanno pure idee diverse e controverse sui nuovi miti ribelli: Assange, Anonymous e i ragazzi con lo smartphone di piazza Tahrir" scrive Arturo Di Corinto su La Repubblica. "Però si fa fatica a credere che in mezzo a loro non ci siano i più politicizzati fra quelli con la maschera di Guy Fawkes. E infatti, molti di loro, che di giorno conducono vite normalissime, sono sempre i primi ad accorrere se c'è da riparare un torto o aiutare qualcuno in difficoltà dietro a una tastiera. Ma non si dice e non si fa in pubblico".


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