Alcune frazioni del comune di Montereale, a nord dell'Aquila, come tantissimi altri centri abruzzesi sversano da anni i loro liquami a cielo aperto non essendo dotate di impianti di depurazione. Una situazione davvero poco commendevole per l'Abruzzo che si fregia del blasone di Regione verde dei Parchi.
Appare dunque un'ottima notizia l'intervento riparatore e già in fase esecutiva da parte del commissario Adriano Goio, che da oltre dieci anni si occupa di risolvere con ampi poteri e adeguate risorse economiche ''la crisi di natura socio-economica-ambientale nel bacino del fiume Aterno- Pescara". Uno dei commissariamenti più longevi d'Italia e oggetto di ripetuti attacchi politici da parte degli ambientalisti e di consiglieri regionali come Carlo Costantini.
L'intervento in questo caso prevede il congiungimento delle reti fognarie di alcune frazioni di Montereale con il depuratore di Marana, qualche chilometro più a valle.
Il problema, come ci segnala però allarmato il cittadino della frazione di Aringo, Dario Tudini, è che il progetto prevede ''un sistema di pompe ad alta pressione che con una risalita di 30-50 metri ed un lunghezza di tubo ad alta pressione di circa 1,5 chilometri unirà le due condotte fognarie della frazione''.
Una soluzione tecnica contestata con forza dal signor Tudini perchè ''queste pompe necessitano di un locale che di sicuro deturperà il paesaggio visivamente e acusticamente, di un serbatoio di raccolta, e soprattutto di manutenzione e di molta energia elettrica, tutte cose che saranno a carico del nostro comune e quindi a noi riaddebitate''.
Molto più semplice e meno costoso, aggiunge Tudini ''sarebbe stato ricongiungere le due reti fognarie più in basso, allungando il tracciato e utilizzando la pendenza naturale della costa dell’Alta Valle dell’Aterno, senza l’ausilio di macchinari (pompe ed altro) e risparmiando sui costi di gestione che sarebbero per sempre''.
Colpiti da questa circostanziata segnalazione abbiamo telefonato all'assessore del Comune di Montereale Carlo Marini, il quale ci ha spiegato che loro del progetto non sapevano nulla, essendo esso reso esecutivo dal commissario nel periodo in cui anche l'amministrazione di Montereale era commissariata.
''Come Comune - afferma l'assessore – siamo intervenuti quando abbiamo visto gli operai al lavoro. Abbiamo convocato la ditta, ci siamo fatti spiegare cosa stavano facendo. Ma non abbiamo potere per intervenire''.
I commissari, ci spiega, hanno la facoltà di decidere da soli, e semmai di comunicare in un secondo momento ai diretti interessati cosa hanno deciso. Il post-terremoto dell'Aquila docet...
Entrando nel merito anche l'assessore si dice fortemente critico delle scelte tecniche adottate.
Interrogativi, perplessità e preoccupazioni quanto mai opportune e legittime. In particolare quella relativa ai costi.
Una delle cause della ''emergenza fogne a cielo aperto'' nasce dal fatto che i piccoli comuni non hanno le risorse per gestire e riparare i tradizionali impianti di depurazione meccanica, e talvota neanche per pagare le salate bollette della corrente, perchè tali costi non possono essere coperti dalla tariffa posta a carico dell’esiguo numero di abitanti serviti.
Non a caso la norma vigente, ovvero il "Testo Unico Ambientale", dice che i trattamenti appropriati devono essere individuati con l’obiettivo di minimizzare i costi e rendere semplice la manutenzione e la gestione.
Ed è proprio per questo motivo che per tutti gli agglomerati con popolazione compresa tra 50 e 2000 abitanti si ritiene auspicabile il ricorso a tecnologie di depurazione naturale tra cui i fitodepuratori, ovvero particolari canneti artificiali che a costi bassissimi hanno prestazioni superiori ai depuratori classici e che in Paesi più civili ed evoluti dell'Italia rappresentano la norma e non un'eccentrica e pittoresca eccezione.
Tornando ai sistemi di pompaggio: essi sono giustificati in quei casi in cui non ci sono alternative. E in base ad un attento calcolo costi-benefici che, non lo mettiamo in dubbio, sarà stato fatto anche nel caso di Montereale.
Ma non rappresentano, a detta di autorevoli ingegneri idraulici e in base ad una consolidata letteratura tecnico-scientifica, la scelta migliore e più conveniente in termini assoluti.
Per superare ad esempio 50 metri di dislivello occorre utilizzare costose tubazioni extra-resistenti con giunti speciali che siano collaudate a oltre 50 atmosfere. Una gomma di autobus o di camion per intenderci è gonfia a sole 9 atmosfere.
C'è dunque prima di tutto un problema di sicurezza, mettiamo il caso un trattore o una ruspa dovessero malauguratamente rompere queste tubature.
Pressioni così estreme comportano poi una forte usura delle pompe che andrebbero più volte fatte oggetto di manutenzione da parte di ditte specializzate e di tanto in tanto sostituite.
Ad ogni eventuale rottura o manutenzione il sistema deve essere poi fermato per cui si potrebbero verificare due ipotesi: la prima è che i cittadini non usino più il bagno (assai improbabile), la seconda è realizzare un by-pass che sversi tutto lo scarico nell'ambiente senza depurazione.
Infine fogne di tanta lunghezza, necessariamente sigillate e quindi assolutamente prive di ossigeno atmosferico al loro interno, favoriscono fenomeni di fermetazione anaerobica, che possono compromettere la funzionalità dell'impianto di depurazione, che invece funziona alimentando con l'ossigenazione meccanica colonie di microrganismi aerobici mangia-liquami.
Il signor Dario Tudini per tutte queste ragioni ha preso carta e penna e ha scritto ai progettisti, formulando i seguenti quesiti:
''ll finanziamento prevede solo le opere di collettamento?''
''Le manutenzioni, i consumi e le sostituzioni pompe, saranno a carico del Comune?''
''E' stato fatto un calcolo dei costi per la ricongiunzione in caduta delle due linee di fognatura più a valle senza l'ausilio di pompe?''
''E' stata fatto un confronto tra le varie soluzioni ed alternative progettuali?''
Siamo convinti che i progettisti, o anche il commissario Adriano Goio in persona, risponderanno in maniera tempestiva ed esaustiva, convincendo i diretti interessati, ovvero i cittadini di Montereale, della bontà della scelta adottata, sia dal punto di vista tecnico che della convenienza economica.
FT