Manifestazione No Triv: dall'intero Abruzzo in 40.000 per dire no ad Ombrina Mare

13 Aprile 2013   21:38  

Un grande successo dal punto di vista partecipativo, una manifestazione trasversale, in grado di andare al di là, una volta tanto, delle differenti ideologie (politiche e non solo) e della provenienza geografica, e contraddistinta soprattutto da un unico intento, comune a tutti coloro che vi hanno preso parte: dire no al mega progetto petrolifero di Ombrina Mare e salvaguardare l'ambiente ed il turismo, veri ed autentici punti di forza dell'Abruzzo.

Tutto ciò é stata la manifestazione No Triv promossa e organizzata a Pescara da varie associazioni ambientaliste e non, coronata dalla partecipazione di almeno 40.000 persone (forse anche di più, secondo gli organizzatori), provenienti sia dalle zone costiere che dall'entroterra della regione, che hanno inteso esprimere in maniera esplicita il proprio dissenso nei confronti di un progetto di dubbia prospettiva economica, ma che sicuramente non gioverebbe all'ambiente della nostra regione, né tantomeno alla sua immagine, sempre più in pericolo, di "regione verde d'Europa".

Presenti nel maxi corteo, partito dalla Madonnina del porto, tantissime associazioni, ambientaliste, culturali e di vario altro tipo, famiglie, o anche innumerevoli privati cittadini che, complice la bellissima giornata, hanno espresso la loro contrarietà alla deriva petrolifera della regione esponendo innumerevoli striscioni riportanti gli slogan più fantasiosi ("No trivelle = No mafia", "Con Ombrina Mare solo gente da curare", "Più ombra, meno Ombrina", solo per citarne alcuni), che hanno attraversato tutto il centro cittadino.

Come ampiamente preannunciato nei giorni scorsi, hanno aderito e preso parte al corteo anche molte importanti figure istituzionali, attive o meno: molti sindaci, a partire da primo cittadino di Pescara Luigi Albore Mascia, il suo predecessore Luciano D'Alfonso, i presidenti delle Province di Pescara e Chieti, Guerino Testa ed Enrico Di Giuseppantonio, i consiglieri regionali Emilio Nasuti, Marinella Sclocco, Riccardo Chiavaroli e Maurizio Acerbo, i parlamentari grillini Enza Blundo, Gianluca Castaldi e Gianluca Vacca (colui che sostiene più di tutti il ruolo poco chiaro del ministro dell'Ambiente Clini nella vicenda di Ombrina), il deputato Sel Gianni Melilla, l'ex parlamentare IDV Alfonso Mascitelli ed altri ancora.

Albore Mascia, da buon "padrone di casa", si é espresso per primo in merito alla questione: "Siamo qui come rappresentanti delle comunità prima ancora che delle istituzioni, per difendere la vocazione ambientale dell'Abruzzo e, per quanto concerne noi del centrodestra, dimostrare che l'amore e le battaglie per l'ambiente non sono appannaggio esclusivo del centrosinistra, bensì sono trasversali e prescindono dalle contrapposizioni politiche". Il consigliere Nasuti, ex presidente dell'Unione dei Comuni della Frentania e Costa dei Trabocchi, ha anch'egli espresso la sua "estrema contrarietà rispetto ad Ombrina Mare, un progetto che comprometterebbe forse irrimediabilmente tutti gli sforzi fatti per lo sviluppo turistico della Costa dei Trabocchi e dell'Abruzzo in generale".

Identici pareri sono stati espressi da Melilla, che ha definito la manifestazione No Triv "una grande espressione della coscienza ambientale ed ambientalista radicata nel popolo abruzzese", e da Mascitelli, che ha in più rivendicato come "l'IDV é stata il solo partito a votare contro il decreto di Sviluppo Economico, in cui vi erano evidenti contenuti atti a favorire la petrolizzazione dell'Adriatico".

Presente anche una folta rappresentanza del MoVimento 5 Stelle, compatta dietro gli striscioni "No Ombrina, si parco" e "Io la mia terra la difendo", dal nome del blog dell'ambientalista Giuseppe Gatì, scomparso nel 2009, con in prima linea i parlamentari Blundo, Castaldi e Vacca. Non sono mancate, da parte dei grillini, rivendicazioni e frecciate all'indirizzo degli avversari politici in Parlamento ed in Regione. Vacca, in particolare, ha affermato come "abbiamo fatto più noi del M5S in un mese che l'intera classe politica succedutasi in vari decenni, avendo rinvenuto le prove di profonde anomalie e comportamenti equivoci da parte del Ministero dell'Ambiente, per cui siamo pronti a chiedere già martedì le dimissioni di Clini ed eventualmente ricorrere alla magistratura", accusando di seguito anche "la giunta Chiodi, che in cinque anni non ha fatto nulla per Ombrina, motivo per cui anche l'attuale Governatore dovrebbe presentare le proprie dimissioni". 

Ma i politici sono stati solo, é proprio il caso di dirlo, gocce nell'oceano umano che si é riversato nel centro di Pescara, un oceano di persone provenienti da mare e monti che hanno percorso, cantando e manifestando, il corteo nella sua interezza, dalla sua partenza, alla Madonnina, al suo punto di arrivo, sul lungomare nei pressi di piazza Salotto, passando per piazza Italia, corso Vittorio Emanuele ed altre vie del centro, tra affermazioni mirate a sdrammatizzare ed accuse più o meno dirette nei confronti delle istituzioni regionali e nazionali, ree ai loro occhi di non aver fatto abbastanza per la tutela di una regione che ha sempre fatto della salvaguardia dell'ambiente uno dei suoi punti cardine, e di aver "messo in serio pericolo", come ricordato dal segretario regionale CGIL Paolo Castellucci, "tantissimi posti di lavoro nel turismo, nella pesca e nell'agricoltura vitivinicola delle zone interessate".

Loro sono stati i veri, autentici protagonisti di questa protesta roboante ma assolutamente pacifica ed ordinata, che ha naturalmente reso molto felici gli organizzatori. Angelo Di Matteo di Legambiente, in particolare, ha espresso la propria "grande soddisfazione per la riuscita della manifestazione, addirittura superiore alle attese, per ribadire il nostro no al petrolio in favore delle energie rinnovabili".

Una volta arrivato di fronte a quel mare tanto minacciato da trivelle e piattaforme, sul palco sono saliti gruppi e cantanti di nota posizione ecologista come gli Anemamé, Terre del Sud e Cuba Cabbal, che hanno presentato pezzi vecchi e nuovi, scritti appositamente per l'occasione, per dire una volta di più che l'Abruzzo non vuole divenire un distretto petrolifero, ma vuole continuare ad essere conosciuto come la regione verde d'Europa. Per fare capire al Governo ed al Parlamento che le vere ricchezze sono quelle naturali, e sono quelle che meritano più di qualsiasi altra di essere sfruttate appieno.

Lorenzo Ciccarelli

 


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