Piscicelli confessa. L'uomo che rideva del terremoto racconta delle tangenti

04 Gennaio 2012   10:07  

Sta collaborando con i magistrati romani che indagano sui Grandi Eventi,  Francesco Maria De Vito Piscicelli. L'uomo che la notte del sei aprile 2009 rideva del terremoto dell'Aquila pregustando i ricchi affari che si sarebbero potuti fare in Abruzzo, ha cominciato a parlare in gran segreto un paio di mesi fa. E le sue rivelazioni avrebbero già trovato i primi riscontri aprendo la strada a sviluppi che potrebbero essere clamorosi.

L'imprenditore ha ricostruito il "sistema" di spartizione degli appalti gestiti dal provveditorato ai Lavori Pubblici, l'ormai famigerata "Ferratella" guidata fino al 2009 dal potente Angelo Balducci, svelando il pagamento delle tangenti, i favori, i regali preziosi. E ha indicato i nomi degli alti funzionari a "libro paga" inserendo nella lista anche personaggi che ricoprono tuttora incarichi di rilievo nei ministeri. 

Piscicelli è sotto processo a Firenze per i lavori della scuola dei Marescialli, la sua azienda naviga in acque agitate e lui decide di prendersi una rivincita su chi, sostiene, lo ha "costretto a pagare per cercare di lavorare". Si presenta di fronte ai pubblici ministeri del pool coordinato dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e annuncia di voler "vuotare il sacco".

Gli inquirenti hanno già svelato come decine di appalti siano stati affidati in cambio di contropartite versate dai costruttori, in testa Diego Anemone. Piscicelli non fa altro che confermare i sospetti emersi ascoltando le telefonate intercettate ma che finora non avevano mai trovato riscontro.

"Per ottenere lavori - racconta ai magistrati - ho sempre dovuto dare in cambio soldi e gioielli, ma anche assumere figli e parenti di chi gestiva le pratiche. Il progettista dei lavori che mi avevano assegnato in occasione dei Mondiali di Nuoto mi è stato imposto da uno dei funzionari della Ferratella".

L'imprenditore, poi, facendo nomi e mansioni, svela come sia stato costretto anche ad assumere figli dei potenti. Poi si concentra sulle dazioni di denaro e rivela di aver pagato tangenti all'allora commissario Claudio Rinaldi, già sotto processo a Perugia. E ancora, svela l'identità di giudici amministrativi e contabili che avrebbero preteso macchina con autista, vacanze pagate, orologi e preziosi per assicurare l'interessamento riguardo ad alcune pratiche.

Spiega anche che l'acquisto di preziosi orologi nella famosa gioielleria di Roma all'esterno della quale fu fotografato nel 2009 non era un episodio isolato e fornisce altri dettagli sui destinatari dei suoi regali.


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