Prima udienza oggi al tribunale di Bazzano del processo con rito immediato che vede alla sbarra l'ex militare dell'esercito Francesco Tuccia, a cui di viene contestato, da parte del pm David Mancini, il reato di violenza sessuale aggravata nei confronti di una giovanissima studentessa laziale.
I fatti si riferiscono ad una notte di febbraio alla discoteca Guernica di Pizzoli: l’ex caporale irpino è accusato di avere abusato di una studentessa, ritrovata nel parcheggio dagli addetti alla sicurezza seminuda su un mucchio di neve, sotto shock e con gravi ferite.
E solo il loro intervento evitò conseguenze peggiori e agevolò la cattura del sospettato. La ragazza è stata poi ricoverata per un lungo periodo all'ospedale dell'Aquila.
Gli avvocati della difesa Antonio Valentini e Alberico Villani cercheranno di convincere i giudici Giuseppe Grieco; Carla Ciofani e Italo Radoccia, che la ragazza era consenziente e non vi fu nessuno strupro.
Le sentenze della Corte di Cassazione e del tribunale del Riesame, finora, hanno però sempre confermato la gravità delle accuse e la legittimità della misura cautelare.
Il processo si è celebrato a porte chiuse per tutelare la vittima ed evitare l'assalto morboso e gossipparo delle telecamere e dei curiosi L'imputato invece era assente.
Questa mattina sono stati ascoltati tre ufficiali dei carabinieri, il colonnello Andrea Ronchey, il capitano Marcello D'Alesio e il tenente Federica De Leonardis, un medico e uno psicologo. L'udienza è stata poi rinviata al 19 novembre.
Fuori dall'aula del tribunale aquilano si è svolto il presidio di oltre un centinaio di donne ed uomini, aderenti a varie associazioni e collettivi, arrivate anche da altre città.
"La violenza degli uomini sulle donne ci riguarda tutte", "Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa", questo si legge in alcuni cartelli e striscioni. Cori e insulti nei confronti di una camionetta dei militari transitata fuori il tribunale.
Spiega il coordinamento Donne insieme di Francavilla: ''La circostanza che lo stupratore fosse un militare in servizio all'Aquila per l'operazione Strade sicure dopo il terremoto rende ancora più odiosa e grave la vicenda''
L'Udi, l'Unione donne in Italia a sua volta afferma: ''manifestiamo vicinanza per la ragazza vittima di violenza, e chiediamo giustizia''.
''Questa violenza ci riguarda tutte, spiega infine una rappresentante della biblioteca delle donne Melusine: ''perchè non vogliamo più doverci difendere da padri, fidanzati, amici, vicini di casa, datori di lavoro, fratelli zii, medici, maestri e militari. Siamo qui ad affermare la voglia e il diritto di autodeterminare le nostre vite.''
Primo successo per le donne in presidio l'ammissione a costituzione di parte civile al processo del Centro Anti -Violenza per le donne dell'Aquila. Al nostro microfono la presidentessa Filomena Cioppi.
IL COMUNICATO STAMPA DEL COLLETTIVO FUORIGENERE
''Oggi giovedì 18 ottobre si terrà la prima udienza del processo al militare Francesco Tuccia per il “presunto” stupro avvenuto lo scorso 12 Febbraio a Pizzoli.
ll Collettivo FuoriGenere partecipa al presidio che si terrà davanti al Tribunale di Bazzano a partire dalle 8:30 e sollecita la cittadinanza che vuole esprimere la solidarietà alla ragazza e continuare a rivendicare il diritto per tutt* di vivere liber* dalla violenza maschile a partecipare.
Chi non potrà essere presente fisicamente avrà a disposizione questa scritta e questo flyer da stampare e appendere sul luogo di lavoro/portone di casa/macchina ecc., potrà seguirci su Twitter seguendo gli # #liberedallaviolenza e #laquila18ott e su Facebook potrà cambiare la propria immagine del profilo.
Invitiamo, inoltre, le scuole a dedicare un’ora alla discussione del tema della violenza sulle donne.
Abbiamo deciso di essere presenti perché lo stupro è una dei tanti aspetti della violenza sulle donne, un fenomeno strutturale ed endemico che nulla ha a che fare con motivazioni contingenti od occasionali. Riteniamo che tutta la società debba ritenersi responsabile del perpetrarsi del fenomeno e, conseguentemente, adottare comportamenti volti a sradicarlo.
Saremo presenti anche per richiamare alle proprie responsabilità e ribadire la nostra condanna nei confronti dei media e dell’ordine degli avvocati che in questa vicenda hanno contribuito a vittimizzare la ragazza con la pubblicazione di dettagli irrilevanti e di informazioni che ne hanno violato la privacy.
In tale contesto è inoltre sconcertante la particolare cautela con cui si è agito nei confronti del militare, soprattutto se confrontata con altri casi di stupro in cui l’indagato era civile e magari straniero.
Saremo sia donne che uomini, perché la violenza nasce e prospera in una cultura patriarcale e maschilista, dalla quale anche tanti uomini vogliono liberarsi e nella quale non si riconoscono, basta essere coscienti che questo tipo di cultura è fonte di sopraffazione, ingiustizia, violenza e ineguaglianza.''