Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha firmato i decreti di scioglimento delle undici Comunità montane abruzzesi.
In base alla legge regionale numero 1 del 2013 ora dovranno essere nominati i commissari liquidatori, che una volta in carica avranno sessanta giorni di tempo per predisporre il programma di liquidazione.
Sottolineando che ''i risparmi per la Regione sono pari a circa cinque milioni di euro l'anno'' e che in base alla norma ''ai commissari non spetterà alcun compenso'', l'assessore regionale agli Enti locali, Carlo Masci, spiega che è previsto ''un processo per cui il personale potrà essere ricollocato nei Comuni, nelle Unioni dei Comuni e, come ultima ipotesi, in Regione, con incentivi per gli enti che assorbiranno i lavoratori e disincentivi per chi, invece, non acquisirà i dipendenti delle ex Comunità e magari assumerà altri soggetti''.
Polemico il Pd regionale, che ha richiesto un incontro urgente al presidente e ai componenti del direttivo dell'Anci. ''Le nuove disposizioni approvate dal centrodestra - affermano i consiglieri regionali Giovanni D'Amico, Claudio Ruffini e Giuseppe Di Pangrazio - giungono senza che la Regione abbia definito un disegno di coesione istituzionale orientato alla costituzione delle Unioni dei Comuni.
Non si sa chi dovrà gestire e con quali risorse le funzioni delle Comunità montane''.