Ieri a Roma faceva freddo. Nonostante il sole, la temperatura era rigida e l'aria pungente. A San, Giovanni poi è tutto aperto, lo spazio sterminato che fronteggia e costeggia una delle più belle basiliche al mondo non offre alcun riparo dal vento sferzante dell'inverno o dal caldo rovente dell'estate. Un impatto visivo che disarma e incute timore, si svolta l'angolo e improvvisamente ci si ritrova dinnanzi ad una sorta di cattedrale nel deserto, gigantesca, bianca, maestosa. Alle 11, ora in cui avrebbe dovuto tenersi il comizio conclusivo a San Giovanni, i tre cortei Cgil partiti da Repubblica, Tiburtina e piazzale dei Partigiani erano ancora intrappolati nelle strade, tanti i manifestanti della Fiom e della Fp-Cgil, ma anche i cittadini che individualmente, od organizzati in gruppi, hanno scelto di partecipare ed aggregarsi con spirito solidale nella giornata romana a favore del lavoro, dell'integrazione razziale e della Costituzione.
I SINDACATI ISRAELIANI E PALESTINESI CON LA CGIL
L'idea di unire impiegati pubblici e metalmeccanici è stata ritenuta alquanto stravagante, persino da Bertinotti che non si può dire certo sia nuovo a mobilitazioni originali e di un certo impatto sociale, eppure si è dimostrata vincente, la gente ha aderito, testimoniando la qualità di una solidarietà che non conosce confini sociali, caste, classi, gruppi, identità professionali, rafforzata dall'eccezionale adesione dei sindacati oltre confine, ed in particolare di quelli israeliani e palestinesi, dimostrando che il lavoro è ancora in grado di unire, di compattare, di aggregare le diverse anime di una società.
LE ADESIONI E IL CONFRONTO CON L'ESTERO
Ad aderire allo sciopero indetto dalla Fiom e dalla Funzione pubblica della Cgil sono stati 120 parlamentari, a dimostrazione di una rinnovata coesione politica tra opposizione e sindacati, questa volta gravati dell'ulteriore impegno di salvaguardare l'unità dei lavoratori di fronte ad una crisi che minaccia di mettere a dura prova, e di frammentare rovinosamente, il sistema di valori sui cui poggia la nostra giovane Repubblica.
Mescolati nei cortei l'ex ministro dello Sviluppo economico Bersani, Massimo D'Alema e Fassino, accompagnati dal sostegno intellettuale di Scalfaro, e di svariati esponenti del mondo della cultura come della Magistratura, invitati dalla Cgil di Epifani a combattere contro un sistema che "arriva sempre in ritardo, e male" nella gestione di problematiche che investono tutta l'Europa, e che non si sa come nè perchè, in Italia "devono costare il posto di migliaia di lavoratori, invece che essere neutralizzate da ammortizzatori sociali, contrattazioni straordinarie, fondi pubblici ad hoc, formazione, ricerca,lotta all'evasione fiscale".
Tutte le misure insomma, che i governi esteri stanno mettendo a segno pur di salvaguardare la dignità e la salute psico-sociale ed economica dei nuclei familiari,dei pensionati, delle fasce deboli e dei giovani, agnelli sacrificali di un Paese che sembra abbia scelto di eliminare l'età adulta dalle tappe esistenziali dell'individuo, traghettandolo da un' adolescenza allungata a dismisura ad una maturità priva di radici sociali e sicurezze economiche: in altre parole una maturità virtuale, anagrafica, forse affettiva, ma di certo non concreta nè tantomeno completa.
I GIOVANI: "QUALE FUTURO?"
I primi interventi che hanno rotto il brusio della piazza sono stati infatti quelli offerti da due studentesse della Sapienza, esponenti dello stesso movimento studentesco nazionale che lo scorso autunno ha riempito le piazze contro i tagli all'istruzione pubblica della riforma Gelmini. "Siamo la prima generazione che dovrà alternarsi tra precarietà e disoccupazione- ha gridato alla folla la giovane laureanda- siamo la generazione che ha davanti a sè incertezze tali da renderci impossibile pensare -figuriamoci costruire- il nostro futuro..per questo siamo qui oggi, per sostenere la formazione pubblica che il governo aggredisce costantemente...". Oggi per un giovane precario risulta impossibile anche l’acquisto di un auto di seconda mano.
GLI OPERAI DELL'ACCIAIO: "BUONGIORNO CAVALIERE !"
La crisi tuttavia non investe soltanto chi compra ma anche chi produce, delle auto come prodotto e come bene d'acquisto ha parlato un operaio delle Acciaierie di Piombino: " i numeri della crisi parlano chiaro, ora anche il Presidente del Consiglio dice che c'è la crisi. Buongiorno Cavaliere! Dov'era fino ad ora? … Poche le persone al lavoro, centinaia quelle in cassa integrazione, i licenziati. Il settore delle auto inizia ad avere grosse difficoltà, tutti i settori siderurgici italiani, compresi quelli torinesi sono stati colpiti: quando si fermano le fabbriche con l'alto forno si ferma il Paese... Come può il governo promuovere uno sconto da 1.500 euro sull'acquisto di una nuova auto, quando alle famiglie mancano gli altri 8-9 mila euro per acquistarla? La gente che non arriva a fine mese, con il mutuo sulle spalle una macchina nuova non la compra, neanche se costasse 1.500 euro..".
Nel corso del suo lungo intervento il metalmeccanico toscano ha introdotto lo scottante tema della sicurezza sul lavoro: " Il rapporto del Censis indica L'Italia come il Paese europeo dove si muore di più per lavoro, dall'inizio dell'anno sono stati oltre 120 mila gli infortuni, ma il governo preferisce fare favori a Confindustria, tentando di alleggerire le sanzioni rivolte ai datori di lavoro che non tutelano i propri dipendenti..."
GLI IMMIGRATI: "CHIEDIAMO GIUSTIZIA AGLI ITALIANI"
Sul palco anche un'operaia immigrata della Fiom Cgil, che in un sintetico ed emozionante contributo si è rivolta al leader della lega Umberto Bossi in merito alla problematica dei permessi di soggiorno e della clandestinità ora denunciabile anche dai medici della Sanità pubblica: " Sono una delegata della Fiom Cgil, sindacato di rappresentanza, e mai e poi mai ente bicamerale! Oggi ho un messaggio per il Signor Bossi: puoi anche annullare il mio permesso di soggiorno.., se sarò fortunata mi rimanderai nel mio Paese, ma la mia paura è di rimanere in Italia come clandestina, e di morire in qualche azienda, puoi annullare il mio permesso ma prima voglio chiedere giustizia agli italiani: annullate la cittadinanza del signor Bossi perchè ha attaccato la Costituzione che difende il mio diritto di lavoratore, di straniera, di italiana, qui nel cuore.."
Dal palco di S. Giovanni sono provenute aspre critiche sulla normativa varata dal governo in merito alla possibilità degli operatori socio-sanitari ed ospedalieri di denunciare la clandestinità dei pazienti alle forze dell'ordine. "Si tratta di diritti umani, internazionali , che non devono essere violati", hanno commentato all'unisono i segretari di categoria presenti all'incontro.
CARLO PODDA, FP CGIL: "VOGLIONO DIVIDERCI PER COMANDARE"
Molto atteso e acclamato l'intervento del segretario della Funzione pubblica Cgil Carlo Podda, che ha commentato una per una le istanze fondamentali dello sciopero indetto dal sindacato di Corso D'Italia contro la crisi.
Sicurezza sul lavoro e caso Englaro. "Oltre 700 mila persone si sono riunite qui oggi per ridare dignità al lavoro, offeso, villipeso, ferito ed ucciso da quelle forze così moderne e spinte da una così grande etica da impegnare il Paese nel dibattito così triste di questi giorni, ma che non esitano a proporre e discutere norme per la sicurezza del lavoro che legano il risarcimento in caso di morte alla dimensione dell'azienda per la quale si lavora[...]. Alla mobilità sociale si è sostituita l'immobilità sociale, la precarietà, nuove povertà e solitudini sociali, ed infine la crisi[...] Il governo non si occupa della crisi, a fronte dei 20 miliardi stanziati da Gordon Brown in Gran Bretagna, di quelli stanziati in Francia, in Germania, dove è stato provocato uno sciopero internazionale straordinario... che porterà almeno un milione di lavoratori a Londra il 28 marzo, a fronte di tutti i sindacati europei che ci scrivono delle condizioni analoghe che vivono, la volontà e la decisione di promuovere nuove lotte e conflitti[...] il nostro governo ha gestito la crisi con la manovra estiva, con l'accordo separato del 31 ottobre per le lavoratrici, con quello generale del 22 gennaio scorso, e magari con quello prossimo e separato sul diritto di sciopero, con la riduzione del welfare, dei salari, con 5000 precari licenziati nel settore delle auto nelle prime settimane di quest'anno..l'aumento del 1000% della cassa integrazione,l'annunciato e certo licenziamento di circa 60 mila precari nei servizi alla persona.."
"OBIEZIONE DI COSCIENZA PER I MEDICI" E DIRITTO ALLA SALUTE
Coppie di nemici. "... Questo è il modo del governo di uscire dalla crisi, creando coppie di nemici, donne contro uomini, giovani contro anziani, pubblici contro privati, nativi contro emigranti, l'unica unità che per loro è possibile dovrebbe essere quella tra noi e i nostri padroni, dovremmo essere complici... ma complici di chi? Quale complicità è possibile tra chi ha i conti all'estero e chi i conti li deve pagare? Dovremmo essere complici di queste persone? Si tratta di una vecchissima regola: dividere per comandare, cui contrapporre un vecchissimo buonsenso che le classi lavoratrici hanno sempre avuto per il quale uniti ci si difende meglio, ed infine si vince. [..] Unire, e non dividere, questo dev' essere il nostro lavoro.
Obiezione di coscienza. Dobbiamo pensare alla previdenza per tutti, ad un Welfare più inclusivo che risponda alle esigenze dei giovani,che permetta di invecchiare serenamente, di poter vivere e poter morire serenamente, in base alle proprie scelte, mettere insieme i nativi con gli emigranti, altro che costringere i medici a denunciarli, per questo abbiamo chiesto e confermiamo l'obiezione di coscienza per il personale sanitario che dovesse trovarsi in tali condizioni".
L' 8 X1000 STRAORDINARIO E IL TESORETTO DELL' INAIL
Nel suo concitato e applaudito intervento Podda ha discusso sulla necessità di attuare misure straordinarie che risollevino in qualche modo e almeno per un biennio la condizione di estrema precarietà di molti lavoratori italiani. "Ieri è stato raggiunto un accordo -grazie anche alla pazienza e al lavoro del presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani- che prevede lo stanziamento di 8 miliardi di euro per i lavoratori. Un passo in avanti certo, ma non basta. Le risorse ci sono si tirino fuori, quelle del tesoretto dell'Inali, quelle del Fisco... si ristabilisca la tracciabilità dei pagamenti, si faccia davvero lotta all'evasione fiscale e si abbia il coraggio di attuare misure straordinarie come quella che ho proposto e oggi voglio chiarire: " chiedo che coloro che coprono i 3/4 del gettito fiscale di questo Paese possano aggiungere una casella a quella dell'otto per mille, perchè in maniera del tutto straordinaria e solo per quest'anno si possa compiere un gesto di democrazia sociale, economica, e di solidarietà, perchè io che sono lavoratore possa decidere a favore di altri lavoratori, dei disoccupati, dei precari".
GIANNI RINALDINI, FIOM CGIL: OCCORRE RETE DI PROTEZIONE SOCIALE
Secondo il segretario generale della Fiom Cgil per uscire dalla crisi occorre al più presto costruire una rete di protezione sociale, altrimenti il rischio sarà quello di veder aumentare le"tensioni sociali e i livelli di esasperazione" dei lavoratori precari.
Perché le banche e non i lavoratori? "Dichiariamo che per uscire dalla crisi occorre partire da un aspetto fondamentale: quello di un intervento che costituisca una vera e propria rete di protezione sociale, che estenda il contratto dei lavoro, che garantisca la sua continuità. Ci dicono che non è possibile perchè il tutto ha un costo. Com'è possibile che per salvare le banche, il sistema finanziario, l'Alitalia, le risorse si trovino e quando c'è da intervenire sulla condizione in carne ed ossa dei lavoratori e delle lavoratrici si parla di debito pubblico?
EPIFANI: TASSARE I REDDITI SOPRA I 150 MILA EURO
La Cgil parla di 700 mila persone, la Questura della Capitale ne ha contate 50 mila in piazza, ma Guglielmo Epifani sembra non curarsene e rilancia che "la lotta continuerà". Nel suo intervento conclusivo, quasi interamente riportato nel video ad inizio pagina, il segretario della Cgil ha sostenuto di essere convinto che " che sciopero dopo sciopero" si riuscirà a far cambiare la politica economica al governo.
Berlusconi. "Noi siamo il governo che fa la politica dei fatti, la sinistra porta la gente in piazza e non riesce a riempirle quelle piazze, mentre noi governiamo" ha commentato il presidente del Consiglio Berlusconi durante la giornata di sciopero nazionale, ma Epifani sorvola e chiede di accorciare i tempi, di intervenire tempestivamente affinchè i diritti dei lavoratori vengano assicurati, assieme al rispetto della Costituzione.
Gli stipendi dei manager. Tra le proposte lanciate per il prossimo biennio dal leader del sindacato di Corso Italia, una maggiore tassazione dei redditi superiori ai 150 mila euro annui, una misura che sembra aver trovato accordo nel Regno Unito, preso più volte ad esempio dagli esponenti della Cgil durante la manifestazione.
Giovanna Di Carlo