''Sindaco Brucchi, che fine ha fatto la Teramo città del pedone e della bici''

11 Settembre 2012   16:39  

Una lettera promemnoria al sindaco di Teramo Brucchi da parte di CiclAT, il coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano"

 

''Gentilissimo Dott. Maurizio Brucchi, le sue affermazioni, quale Sindaco di Teramo, sulla concretizzazione, almeno in parte, a Teramo, di quelle azioni che, annunciate già qualche anno fa, dovrebbero portare Teramo ad essere la "città del pedone e della bici", non possono che rallegrarci.

Da anni, infatti, sentiamo proclami dai diversi amministratori, in merito a città più vivibili, riconsegnate ai cittadini e liberate dal traffico soffocante, in modo che grandi e bambini possano percorrere vie e piazze a piedi o in bicicletta.

Purtroppo, troppo spesso, a tali proclami non seguono poi fatti concreti. E' di oggi la notizia di un passaggio nella competente commissione consiliare della Regione Abruzzo della proposta di legge regionale sulla mobilità ciclistica.

Una norma che, se approvata, darebbe alle amministrazioni ulteriori strumenti per far si che le città diventino sempre più a misura di bicicletta. Ma in attesa della, si spera celere, approvazione della legge, ci permettiamo di segnalarle alcuni interventi che permetterebbero a Teramo di tenere fede alla fama che si è conquistata (finora non proprio meritatamente), grazie anche al clamore mediatico che l'istituzione del servizio di bike sharing (e la distruzione, da parte di alcuni imbecilli, di parte delle biciclette pubbliche) le ha dato.

L'annunciata creazione di un percorso ciclabile sulle circonvallazioni dovrebbe essere inserito in un piano della mobilità urbana più ampio, che preveda anche l'intermodalità di trasporto (treno, autobus, bici), il posizionamento di parcheggi riservati alle biciclette nei punti strategici della città e in prossimità di edifici pubblici (uffici, scuole, musei, ecc.) e di interesse pubblico, una rete di percorsi esclusivi e/o promiscui per biciclette e pedoni, l'incentivo a raggiungere scuole e posti di lavoro in bicicletta tramite percorsi protetti. Come dimostrato da altre realtà comunali, infatti, la realizzazione di un solo percorso ciclabile, seppur ampio, se non inserito in una pianificazione generale, non riesce ad incentivare l'uso delle due ruote.

A tal proposito la nuova pista ciclabile dovrebbe essere collegata con quella esistente sui lungofiume (la cui interruzione, speriamo, dovrebbe essere presto risolta), e magari prolungata con la pluriannunciata pista ciclabile Teramo-S.Nicolò, tratto di rilevante importanza strategica per la città, in quanto unirebbe il centro storico con la popolosa frazione, con il Centro Commerciale, lo Stadio e il nascente Campus universitario di Piano d'Accio. Il progetto bike sharing, inoltre, dovrebbe essere implementato con le già presentate pensiline fotovoltaiche, che dovrebbero alimentare bici elettriche, necessarie per raggiungere i quartieri collinari e, perchè no, l'università.

A tal proposito le segnaliamo l'iniziativa della Regione Puglia, che con il progetto "Cicloattivi Università" ha "affittato" oltre 500 biciclette ad altrettanti studenti universitari, creando ciclo-parcheggi nelle varie sedi universitari e, addirittura, una ciclo officina all'interno dell'ateneo di Foggia. Riportare 9.000 studenti in città vuol dire dare loro anche la possibilità di spostarsi con facilità, e la bicicletta, magari elettrica, sarebbe l'uovo di colombo.

Naturalmente sono molti altri gli interventi, anche minimi, che potrebbero essere fatti per favorire la mobilità ciclistica e pedonale: dal vigile e/o poliziotto di quartiere in bicicletta, al "bicibus" o "pedibus" nelle scuole, all'istituzione di aree pedonali e zone 30 nei vari quartieri, ma è necessario che gli interventi immediatamente realizzabili vengano messi in campo subito, liberando dove possibile la città dalle auto e riconsegnandola ai cittadini.

Se si continueranno a costruire parcheggi dentro il centro storico e a derogare ad una seria pianificazione della mobilità tutto il resto, purtroppo, rimarrà nell'ambito di proclami che possono anche dare visibilità, ma di certo lasciano il tempo che trovano.

 

 


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