Mancano pochi giorni al primo appuntamento dell'anno con le tasse sulla casa. Entro il 16 giugno proprietari e inquilini dovranno versare la prima rata di Tasi e Imu, portando nelle casse dei Comuni entrate che la Cgia di Mestre calcola in 2,3 miliardi di euro.
Fino ad oggi ad adeguare l'aliquota comunicandola al dipartimento delle Finanze sono stati, secondo quanto riporta la Confedilizia, 1.230 amministrazioni per la Tasi e 1.214 per l'Imu.
Una minoranza dei circa 8.000 Comuni italiani.
Dove la delibera è stata già pubblicata si pagherà in base alle nuove percentuali, mentre nei centri in cui la decisione non è ancora stata presa si pagherà lo stesso importo pagato nell'estate dello scorso anno, in base all'aliquota 2014 di fatto ancora in vigore.
A metà dicembre poi, quando i contribuenti saranno chiamati a versare la seconda rata, si pagherà a conguaglio in base agli aggiornamenti che i Comuni avranno obbligatoriamente comunicato al Mef entro il mese di ottobre.
Gli artigiani di Mestre lamentano però il fatto che, nonostante la legge abbia dato la facoltà ai Comuni di inviare da quest'anno ai contribuenti i modelli per il pagamento della Tasi già compilati, gli enti locali attivi in questo senso siano ancora pochi.
"Nella maggior parte dei casi, - afferma il segretario Giuseppe Bertolussi - anche quest'anno i proprietari di prima casa sono stati abbandonati a loro stessi".
Quello che molti Comuni stanno probabilmente aspettando in attesa di deliberare le nuove aliquote è peraltro l'accordo tra governo e Anci sul cosiddetto "fondo perequativo" che permetterebbe alle amministrazioni locali di approntare specifiche detrazioni a favore di famiglie numerose e o fasce sociali in difficoltà.
Lo scorso anno lo Stato ha accordato un "trasferimento" di 625 milioni di euro che quest'anno, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe scendere a 500 milioni. Comunque "una boccata d'ossigeno" secondo la Cgia, che dovrebbe essere inserita nel decreto enti locali, in arrivo a breve sul tavolo del consiglio dei ministri.